Il laboratorio con Silvia
ha lasciato un’eco profonda dentro i bambini…e anche dentro la maestra.
Ripenso alle attività che
ha studiato per noi, e mi dico che non posso abbandonare questo cammino, che
davvero potrebbe portarci lontano.
La poesia è un magnifico
mezzo per parlare di sé, soprattutto perché permette veramente a tutti di esprimersi con
originalità in un orizzonte di senso.
Leggo ai bambini, e
scriviamo sul quaderno, Se fossi cane farei pace, di Giusi
Quarenghi, tratta da E sulle case il
cielo, Topipittori, e subito penso di farli continuare a scrivere con il gioco
del Se
fossi…
Ai bambini piace, è veloce e divertente.
Il giorno dopo, chiedo
loro di riprendere in mano il loro foglietto e di arricchire i versi.
Il mio
Se fossi un animale
sarei una marmotta
assonnata e cicciotta
che dorme col gelo
e si risveglia coi fiori
(suggerimento
di una bambina: io stavo scrivendo a
primavera)
scritto alla lavagna, serve a spiegare loro che
posso arricchire ogni strofa con le qualità di ciò a cui mi sto riferendo,
oppure con le sue azioni (la rima marmotta/cicciotta è assolutamente casuale).
Mentre organizziamo l’attività,
i bambini propongono insieme a me nuove categorie: stagioni, ambienti, fiori,
alberi, maestre… Qualcuno chiede: Posso
scrivere “Se fossi un’altra persona sarei…” ? Sono titubante, ma resto
fedele alla regola che qui i poeti sono loro, e devono sentirsi liberi di
sperimentare quasi tutto (tranne l’errore ortografico, l’unica cosa che
correggo).
Da questa domanda nascerà:
I bambini scrivono, alcuni
davvero a lungo. Quando i primi cominciano a terminare, do loro l’ultima
indicazione: trasformare il Se fossi…sarei…
in una metafora.
Qualcuno ci arriva subito, e il mio
Se fossi un animale
sarei una marmotta
assonnata e cicciotta…
diventa
Sono una marmotta
assonnata e cicciotta…
E questo titolo Io
potrei essere tutto lascia davvero sperare…
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