Oggi allo Spazio Libri laboratorio la Cornice, Giovanna Zoboli presenterà Il topo che non c'era.
Ed io ripesco questo post scritto tre mesi fa:
9 novembre 2015
Quando una cosa è bella, è bella e basta.
Ma quando una cosa bella
viene realizzata da qualcuno che ti è caro, questa cosa bella acquista un
ulteriore significato. Riempie il cuore, ecco.
Ho aspettato, prima di poter leggere e ammirare
Il topo che non c’era
di
Giovanna Zoboli e Lisa D’Andrea, Topipittori
L'ho aspettato come si
aspettano i regali di Natale, con desiderio e stupore: lo avevo già
visto in libreria, da Tommaso, ma non avevo voluto neppure aprirlo, per non
rovinarmi la sorpresa.
Perché Il topo che non c’era era il libro scelto in dono per aver partecipato a La rete dei libri, sul
blog dei Topi. E quando è arrivato, è stata una festa.
Come incomincia:
Ho
conosciuto Giovanna e Lisa in occasione del corso Leggerescrivere
2014. Giovanna è stata la nostra insegnante, Lisa una compagna, e già in
quell'occasione abbiamo avuto modo di ammirarne lo stile, la tecnica, la
maestria: le stesse doti che appaiono evidenti in questo suo primo
albo.
In casa mia, dove
nessuno è esperto né appassionato di illustrazione per l'infanzia,
il suo gatto ha riscosso ammirazione e grandi lodi: “Sembra vero”
“Fa venir voglia di accarezzarlo”. E che dire dei topi, un
milione di topi, ognuno con un particolare diverso, impegnati in
mille attività?
Penso a quanto tempo
occorra per disegnare un solo topo, e provo a moltiplicarlo per
l'infinità dei topi del libro...
Penso alla passione, alla tenacia, alla perseveranza di Lisa, e di chi come lei insegue i propri sogni e riesce a realizzarli. Penso a Giovanna, che ci ha educato, nel senso più vero del termine, portando fuori da ognuna di noi ciò che ognuna già aveva dentro, anche se solo in bozzolo.
Penso alla passione, alla tenacia, alla perseveranza di Lisa, e di chi come lei insegue i propri sogni e riesce a realizzarli. Penso a Giovanna, che ci ha educato, nel senso più vero del termine, portando fuori da ognuna di noi ciò che ognuna già aveva dentro, anche se solo in bozzolo.
E poi non dico più nulla, e nemmeno starò a tentare di scrivere parole dotte a proposito del libro:
l'hanno già fatto, e in maniera egregia, la stessa Giovanna Zoboli, Carla Ghisalberti e Marina Petruzio.
Dirò
solamente che Il topo che non c'era è
un libro assolutamente imperdibile.
Come incomincia:
“C'era
una volta un gatto.
Era
un bel gatto tigrato,
con
la testa piena di topi.
A
volte, pensava a un solo topo.
Lo
vedeva bene in ogni particolare.
Questo
accadeva nei giorni in cui si sentiva
un
gatto molto preciso.
A
volte, invece, pensava a due topi insieme,
e
uno lo vedeva bene, tutto intero.
L'altro,
invece, un po' offuscato,
come
se fosse entrato in una nuvola
o
stesse facendo un suffumigio.
Ma
erano i giorni che magari
non
aveva dormito abbastanza
o
aveva un orecchio tappato.”
ZOBOLI
– D'ANDREA, Il topo che
non c'era, Topipittori
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