mercoledì 9 marzo 2016

Cosa rende "buono" un libro di testo?



Finalmente cominciano ad arrivare i primi libri di testo per le nuove adozioni: chi mi conosce sa con quanta impazienza io attenda questo momento, che mi permette di sfogliare, leggere, confrontare…

Per farlo, ho bisogno di molto tempo, perché da questa scelta, così individuale e personale, dipende gran parte del lavoro che svolgerò nei prossimi due anni.
Non a caso, lo scorso anno, quasi al termine della seconda, chiesi di poter effettuare il cambio di adozione che risentiva ancora degli ultimi, negativi effetti di quella che si chiamava “adozione quinquennale” e che prevedeva che i testi adottati non venissero cambiati per un intero quinquennio.
Naturalmente il testo scelto dalle colleghe ormai 7 anni prima era perfetto per loro e la loro didattica, ma non rispettava minimamente il mio stile; e così, finalmente, per le mie due terze ho potuto adottare un libro che mi ha davvero aiutato a lavorare meglio.


Ora, tra la 3^ e la 4^, un nuovo, importante cambiamento.
Ma cosa  rende ai miei occhi un testo scolastico davvero buono ed efficace, ovvero un significativo e utilissimo compagno di viaggio per i miei ragazzi e per me?



In primo luogo, una scelta completa, valida e varia, delle letture proposte, che devono spaziare dai classici alle ultime novità, con un occhio sempre attento ai temi della convivenza. Ai miei occhi, meglio un libro corposo che smilzo: peserà un po’ più negli zaini, ma permetterà maggiori opportunità di scelta. E quel che non si legge durante l’anno, può sempre diventare lettura estiva.

È fondamentale che ci sia molta poesia, e non necessariamente la stessa che leggiamo da decenni su tutti i libri di testo: i ragazzi hanno bisogno di confrontarsi anche con proposte innovative, fresche, che parlino la loro lingua.

Una buona importanza rivestono anche l’impaginazione, la scelta del corpo del carattere e dell’interlinea: ho visto libri con una scelta di testi dignitosa riservare un carattere minuscolo ai riferimenti bibliografici, mentre io chiedo sempre ai ragazzi di leggere autore, titolo e casa editrice, che spesso ci danno informazioni essenziali per la comprensione del testo.
Nelle classi, poi, sono presenti bambini con difficoltà specifiche di lettura: un carattere minuscolo e l’interlinea troppo stretta non li aiuteranno certo a leggere più scorrevolmente.

Personalmente, trovo fastidiosi -e oserei dire irritanti- l’eccesso di immagini, colori, riquadri, sottolineature: a volte mi sembra di avere sottomano, più che un libro, un opuscolo pubblicitario, tra l’altro mal fatto e neppure in grado di raggiungere lo scopo prefisso. Com’è possibile, per un ragazzino, orientarsi in mezzo a quella giungla disordinata di informazioni e messaggi, comprendendo quelli davvero essenziali?

Certo, se a tutto quel che desidero si unissero anche una scelta accurata delle immagini (spesso i bambini stessi si accorgono di quanto poco concordino col testo) e un libro operativo su carta opaca che eviti l’incessante e dispendioso ricorso alle fotocopie, avrei trovato il libro perfetto per me, e credo anche per i miei ragazzi.


Per ora è arrivato questo, e, a parte qualche perplessità su quel di più posticcio appiccicato al titolo, mi sembra ben fatto...






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