E così, dopo aver assegnato per compito lo studio delle
Regole per scrivere bene, eccoci alle prese con il primo vero dettato di quest'anno.
Prima di cominciare, una doppia
rilettura alle regole e all’esercizio di prova (è la prima volta, e credo che
proseguirò in questo modo per tutto il mese) ed eccoci pronti: cinque frasi, né
troppo semplici né troppo complesse, dettatura lenta per permettere a tutti di
lavorare con calma, attenzione ed in modo ordinato, il tempo di rileggere due
volte il proprio lavoro e si consegna.
Ci sono molte belle “sorprese” (in realtà non così inattese): alcuni bambini con difficoltà specifiche mostrano un’enorme capacità di riflettere sul proprio lavoro e autocorreggersi. Mi sembra un risultato davvero eccellente, in primo luogo per loro stessi, ma anche per noi insegnanti e per le famiglie: disortografia non significa accettare passivamente una difficoltà, ma continuare a lavorare con impegno, raggiungendo, magari con fatica, ma sicuramente con grande soddisfazione, ottimi risultati.
Per contro, non mancano i
bambini che mostrano una certa superficialità, o mancanza di
concentrazione, o che ancora non hanno interiorizzato le regole. Credo che alcuni di loro siano in grado di lavorare correttamente, ma forse
non ancora maturi: sono comunque convinta che, in ogni caso, l’esercizio ripetuto
farà bene a tutti.
Certo, lavorare sotto
dettatura è più facile che scrivere in autonomia: il bambino non deve concentrarsi
sul contenuto, la sua coerenza, la coesione, ma semplicemente sulla forma. Credo comunque che nel giro di pochi mesi, per la maggior parte di loro, anche l’ortografia diventerà un
automatismo.
Mi sono chiesta come correggere: non volevo utilizzare la sottolineatura, che mette in evidenza l’errore piuttosto che la corretta scrittura della parola.
Ho così optato per un
suggerimento colto da molteplici discussioni in rete: un semplice e discreto
puntino colorato sotto la parola errata, che dovrà essere riscritta in modo
corretto in classe.
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