giovedì 1 agosto 2013

G come Guai

Chi di noi non s’è divertito come un pazzo ascoltando, leggendo o guardando le imprese dei bambini terribili, le piccole pesti, di cui abbiamo raccontato anche qui 
http://apedario.blogspot.it/search/label/piccole%20pesti  ?

Il piccolo Leo appartiene di diritto, anche se suo malgrado, a questa categoria: pur senza volerlo, innesca una tale spirale di guai che il divertimento è assicurato.
Divertimento, sì, ma anche immedesimazione: ho ben in mente i miei alunni, nel corso di una partita di calcio in cortile, tentare in tutti i modi di recuperare il pallone incastrato tra la chioma di un albero con un manico di scopa e, ebbene sì, anche con un lancio di scarpe.
Provo a mettermi nei panni di un bambino (e non solo): com’è liberatorio sentire le malefatte di qualcuno che le combina più grosse di noi! E, soprattutto, quando la maestra chiede se qualcuno vuole raccontare i propri “guai”, c’è sicuramente materiale in abbondanza per tutti…




Tutto comincia quando l'aquilone di Leo rimane incastrato tra i rami di un albero. Come fare per liberarlo? Semplice: Leo prova a lanciare una scarpa, senza però ottenere il risultato sperato. Alla prima scarpa segue la seconda, poi il gatto, poi la scala, e via via, oggetti, animali, persone sempre più improbabili, fino ad arrivare ad un orango, una nave e il camion dei pompieri, con tutti i pompieri, naturalmente...
Riuscirà Leo a tirar giù l’aquilone dall’albero?


Come incomincia:

“Questa storia ebbe inizio quando l’aquilone di Leo finì tra i rami d’un albero.
Leo provò a tirare e a farlo oscillare. Ma quello rimase bloccato.
I veri guai cominciarono quando Leo lanciò la sua scarpa preferita per liberare l’aquilone…e anche quella rimase incastrata tra i rami.
Leo lanciò l’altra scarpa, per tirare giù la sua scarpa preferita. Incredibilmente, rimase incastrata come la prima!
Per liberare la seconda scarpa, Leo andò a prendere Gen.
I gatti, si sa, restano bloccati sugli alberi continuamente. Ma questa faccenda era RIDICOLA!

Leo andò a prendere una scala. Avrebbe risolto questa cosa una volta per tutte!”

JEFFERS O., Nei guai, Zoolibri



A questo punto della lettura, non ho dubbi, mi fermerò, per chiedere ai bambini: “E adesso, cosa farà Leo con la scala?”

Sarò terribilmente curiosa di scoprire chi di loro pensi che la possa usare per salire sull’albero e riprendersi aquilone, scarpe e gatto, chi immagini già la destinazione della scala, e chi riesca addirittura a pensare a qualcosa di diverso…il pensiero bambino riserva sempre sorprese mirabolanti!

Mi fermerò qui per chiedere loro: “E dopo la scala, cosa lancerà Leo?” e infine: “Ma poi, come farà a riprendersi tutto ciò che ha lanciato?”

Solo alla fine di una, immagino, lunga, lunghissima conversazione, finirò di leggere il libro, che a questo punto sarà una storia molto, molto diversa da come i bambini se la saranno immaginata.





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