E finalmente a scuola è arrivato anche (il prode) Anselmo
delle cui gesta ho già parlato qui http://apedario.blogspot.it/search/label/Anselmo
Eccolo in viaggio con il fido compagno di
avventure (l’io narrante, un bambino di 5 anni e 9 mesi, proprio come lui) e la sua auto, in volo sopra i tetti della città, verso la scuola
Ieri mattina il coniglio con l’orecchio sentimentale ha fatto la sua comparsa tra i banchi, proprio come nel libro:
Da noi, però, non ha trovato, come
nella narrazione originale, aule e banchi vuoti, ma visi stupiti e attenti, fiati sospesi, frasi che non si potevano tenere dentro: "Io so tutto sui conigli!" "Ma quello è finto, non si muove!" "Non vedi che lo tiene in mano il suo padrone" (voce della maestra: "Ma no, è il suo amico!")...
Anselmo va a scuola diventa illustrazione sul quaderno, quasi come nella copertina originale
oppure ritratto a figura intera
o ancora in una somiglianza davvero straordinaria con il
proprio amico umano
(al coniglio manca solo lo zaino-trolley!)
(da notare l'alternanza stilistica nei colori di maglia e pantaloni )
In ogni caso, è bello andare a scuola con gli amici (temo di essere quella pelata a capofila!)...
Di seguito, invece, trovate le mie reminiscenze scolastiche: ogni volta che sento pronunciare il nome Anselmo non posso fare a meno di pensare a lui...
LA BALLATA DEL PRODE ANSELMO
Passa un giorno, passa l'altro
mai non torna il nostro Anselmo,
perché egli era molto scaltro
andò in guerra, e mise l'elmo...
Mise l'elmo sulla testa
per non farsi troppo mal
e partì, la lancia in resta,
a cavallo d'un caval.
La sua bella che abbracciollo
gli diè un bacio e disse: Va!
e gli pose ad armacollo
la fiaschetta del mistrà.
Poi, donatogli un anello
sacro pegno di sua fè,
gli metteva nel fardello
fin le pezze per i piè,
Fu alle nove di mattina
che l'Anselmo uscì bel bel,
per andare in Palestina
a conquidere l'Avel.
Né per vie ferrate andava
come in oggi col vapor,
a quei tempi si ferrava,
non la via, ma il viaggiator.
La cravatta in fer battuto
e in ottone avea il gilè,
ei viaggiava, è ver, seduto
ma il cavallo andava a piè.
Da quel dì non fe' che andare...
andar sempre, andare, andar...
quando a piè d'un casolare
vide un lago, ed era il mar!
Sospettollo... e impensierito
saviamente si fermò,
poi chinossi e con un dito
a buon conto l'assaggiò.
Come fu sul bastimento
ben gli venne il mal di mar;
ma l'Anselmo in un momento
mise fuori il desinar.
Il sultano in tal frangente
mandò il palo ad aguzzar,
ma l'Anselmo previdente
fin le brache avea d'acciar.
Pipe, sciabole, tappeti,
mezze lune, jatagan,
odalische, minareti,
già imballati avea il sultan,
Quando presso ai Salamini
sete ria incominciò
e l'Anselmo, coi più fini
prese l'elmo e a bere andò.
Ma nell'elmo, il crederete?
c'era in fondo un forellin
e in tre dì morì di sete
senza accorgersi il tapin.
Passa un giorno, passa l'altro
mai non torna il guerrier;
perch'egli era molto scaltro
andò in guerra col cimier.
Col cimiero sulla testa
ma nel fondo non guardò
e così gli avvenne questa,
che mai più non ritornò!
Giovanni Visconti Venosta