“[…]
e nella stanza dovrebbe sempre esserci una nicchia per una pergamena con un
dipinto giapponese e vicino un vaso di fiori, pochissimi fiori” disse Nona.
[…]
Miss Lane aveva portato il suo regalo dentro una scatola di fiammiferi; era un
foglietto di carta di tre pollici di lunghezza e un pollice e un quarto d’ampiezza
– se provate a misurare col righello capirete le dimensioni. Alle due estremità
era incollato su due stecchi che Miss Lane aveva assottigliato con la carta
vetrata; ci scorreva sopra, e sul foglio, disegnati con grande finezza, c’erano
dei boccioli bianchi di pruno e un uccellino; l’uccellino non era più grande di
un pisello. C’erano anche delle cose scritte, ma così in piccolo che per
leggere serviva quasi una lente d’ingrandimento, e Nona gridò:” È la mia
poesia!”
GODDEN R., Bambole
giapponesi, Bompiani 2017
Questo piccolo libro, delizioso
fin dalla copertina, mi ha accompagnato, insieme ad altri, in questo primo
scorcio di vacanza.
Mi sono ripromessa, ad
inizio estate, di consigliare ai miei ragazzi solo libri che io avessi effettivamente
letto. Così è stato; così dev’essere, credo.
Un libro piccolo, dicevo,
con dei rimandi neppur velati al più famoso Il giardino segreto; anche qui,
protagonista è una ragazzina, giunta in Inghilterra dall’India e alle prese con
una nuova famiglia, nuove regole, nuove abitudini, nuovi stili di vita.
Non è facile per Nona
adattarsi a tutto questo; lo è ancor meno a causa della gelosia di Belinda, la
cugina più piccola. Ma l’arrivo di due misteriose bambole giapponesi dentro una
scatola avrà il potere di cambiare molte cose.
Come incomincia:
“Erano
due piccole bambole giapponesi di soli cinque pollici di altezza. I volti e le
mani erano di gesso bianco, i corpi di pezza, il che significava che potevano
inchinarsi in modo graziosissimo – e i giapponesi si inchinano parecchio. Gli
occhi erano fessure di vetro nero; avevano delicati nasi di gesso e bocche
dipinte di rosso. I capelli erano veri, neri e lisci, ed entrambe avevano la
frangetta.
Erano
esattamente identiche, se non per il fatto che Fiore era un pochino più alta e
sottile, mentre le guance di Felicità erano più tonde e la sua bocca rossa era dipinta
in un sorriso.
Indossavano
piccoli kimono di cotone – un kimono è come una vestaglia con le maniche molto
ampie -, ognuno con una larga fusciacca in alto, sotto le braccia che si
ripiegava in un elegante cuscinetto sulla schiena.
GODDEN R., Bambole giapponesi, Bompiani