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martedì 11 luglio 2017

Tonja Valdiluce - #letturestive

Tonja Valdiluce
 
di Maria Parr, edito da Beisler
 
è un libro splendido, per piccoli e grandi (mai come in casi come questo la dicitura “per ragazzi” mi sembrerebbe riduttiva).
Raramente riesco ad entusiasmarmi allo stesso modo per la narrativa adulta, ma credo di poter dire che ci troviamo di fronte ad un autentico capolavoro, scritto in un linguaggio fresco e mai banale, con protagonisti indimenticabili e una vicenda che farà ridere, riflettere, commuovere.
Un libro che smuove emozioni autentiche e profonde, scritto con maestria e leggerezza (da non confondere con superficialità) da Maria Parr, considerata, credo senza timore di smentite, la nuova stella della letteratura contemporanea.

Come incomincia:
"Se scendete dalla barca, giù al molo, avvertite subito il vento che soffia dalla valle. Lo avvertite perfino nel cuore dell’inverno, basta chiudere gli occhi. Odora di pino e di abete. E a voi non resta che iniziare a marciare.
Dovete seguire la strada che va dritta, oltre il chiosco dismesso, il negozio e il salone da parrucchiere di Theo, e che prosegue costeggiando il fiume.
All’inizio il terreno è abbastanza pianeggiante e ci sono alcune case. Davanti a una delle ultime, c’è un’escavatrice. Lì abita Peter con sua madre.
Dopo s’incontrano sempre più neve e bosco, e sempre meno case. La strada diventa larga la metà, e ripida il doppio. Se non ci siete mai stati prima, a questo punto cominciate a sentirvi un po’ scettici, pensando magari di aver sbagliato strada. Ma non avete sbagliato. Proprio nell’attimo in cui venite assaliti dal dubbio, vedete un cartello. C’è scritto “Val di Luce” ed è la conferma che siete sulla strada giusta.
Dopo il cartello, la prima cosa che incontrate è il Campeggio Salutista Hagen."
 
PARR M., Tonja Valdiluce, Beisler
 
 
Scrive Carla Ghisalberti sul suo blog, Lettura candita:

NARRATIVA PER GRANDI (dai 10 anni)
"Quando si arriva in Val di Luce in un freddo pomeriggio di febbraio, c'è un gran silenzio. Il fiume non scroscia, perché scorre sotto il ghiaccio. Gli uccellini non cinguettano, perché sono migrati a sud. Non si sentono nemmeno le pecore, perché sono dentro le stalle. Tutto è solo neve bianca, abeti scuri e montagne grandi e taciturne.
In mezzo a tutto questo inverno silenzioso però c'è un puntino nero che tra poco farà rumore."
Quel puntino nero in realtà è rosso, la sua chioma di riccioli è color del fuoco. Lei è Tonja, unica ragazzina in tutta la valle. E' l'imperatrice della Val di Luce.
A primavera compirà 10 anni, vive con il papà contadino, e con la mamma, biologa sempre in mare a misurare i ghiacci, comunica via mail. Come animale domestico ha però il gabbiano che sua mamma un giorno le ha portato, salvandolo dalle reti in cui si era impigliato.
Il suo migliore amico è Gunnvald che, in cima al monte, abita da 74 anni in una grande fattoria e passa il suo tempo nella falegnameria da cui escono prototipi di slittini sempre più veloci, che Tonja puntualmente collauda.
Sono molte le cose che si possono dire di lei: sua zia Idun dice che lei dovrebbe aver scritto in fronte Benvenuti. Il suo papà, quando gli chiedono cosa ne sia di sua figlia, risponde rassegnato che spera che ogni sera rientri a casa. Sally, quando la vede sfrecciare davanti alle sua finestre o atterrare sulle sue piante di rose, si limita a dirle, cerca almeno di non romperti l'osso del collo...
Tutti amano Tonia, il Bolide della Val Di Luce. Tutti tranne uno: Klaus Hagen, il padrone del Campeggio Salutista che detesta i bambini (perché fanno troppo rumore per la tranquillità pubblicizzata ai suoi ospiti) e massimamente odia lei, Tonja. Come se ce ne fosse bisogno, la chiama Trulla, per farla arrabbiare di più.
In queste luminose vacanze invernali, Tonja e Gunnvald hanno in progetto di realizzare il Siluro della Val di Luce, un bolide di slittino che sia in grado di arrivare diretto dalla cima del monte giù fino al mare....Contribuiscono alla realizzazione di questo progetto -a vario titolo e anche loro malgrado- tutti i membri della comunità e anche qualcuno che si è aggiunto da poco: i tre ragazzini Ole, Fratello e Britte, temporanemente in vacanza presso il silenzioso, ora non più tanto, Campeggio Salutista.
Tre nuovi bambini in questa valle abitata da soli adulti, sono un regalo che Tonja non può rifiutare, anche se uno di loro con lei ha un esordio piuttosto pugnace! Il tranquillo scenario che fino a ieri solo Tonja attraversava con le sue sciate a capofitto e le sue canzoni a squarciagola ora si movimenta un bel po' e finalmente anche Gunnvald, misteriosamente meditabondo da qualche tempo, ritrova serenità...
Ho riletto ora le prime pagine, e mi sono immediatamente ritrovata a collegare ogni descrizione ai protagonisti e alle vicende narrate nel libro, dando loro un volto e una geografia che credo mi accompagneranno a lungo. Potere della letteratura!

venerdì 30 giugno 2017

Le cose così come sono - #letturestive



Nelle scorse settimane mi sono chiesta a lungo se dare o meno ai miei ragazzi una lista di titoli, una scheda o, come gli anni passati, una presentazione tra cui scegliere le letture estive.

Ho pensato che molti hanno gusti ben definiti, e ormai scelgono in autonomia. Ma in questi giorni, l’altro mio pensiero è che sento, in ogni caso, una sorta di responsabilità nei loro confronti, anche riguardo alle letture. E se qualcuno invece li aspettasse, o li desiderasse, i consigli di lettura della maestra?

Così ho deciso di raccontare loro, attraverso il blog, soltanto libri che ho letto, e che davvero considero importanti, per le più diverse ragioni.

E mi sono detta anche che la cosa più bella sarà cominciare questi consigli di lettura estivi con un libro scritto da una persona che i ragazzi conoscono davvero, che hanno ascoltato e a cui hanno fatto domande, che ha raccontato  il proprio lavoro e ha suggerito loro modi tutti nuovi e speciali di scrivere.

Il primo libro è dunque

Le cose così come sono


di Silvia Vecchini e Sualzo, Bacchilega Junior




Viola sta crescendo, e fa i conti con molti nodi della crescita: la disoccupazione di suo padre e le conseguenti difficoltà economiche familiari, la sensazione di inadeguatezza rispetto alle coetanee, l’impressione che sua madre non la capisca più, e soprattutto si ostini a chiederle di guardare “le cose così come sono”. Come se per un ragazzo fosse facile, e giusto, comprendere e rassegnarsi ad una realtà così complessa.


Eppure Viola ha due grandi fortune: la prima risponde al nome di Selvaggio, il cane della scorbutica vicina cui dovrà badare, e anche grazie al quale le cose cominceranno a cambiare.
La seconda, credo ancor più importante, essere circondata di adulti che, nonostante tutto, non si arrendono. E sono soprattutto gli anziani, in questo libro, a mostrare forza inattesa, e a spingere gli eventi in una direzione non scontata. Perché per tutti sia ancora possibile rialzare la testa, e lo sguardo.

Un libro, questo, in cui mi sono rivista ragazzina: anch’io, come Viola, ho fatto i conti con i pochi soldi e  il senso d’inadeguatezza tipico degli adolescenti. E anch’io, come lei, ho avuto la fortuna di avere accanto chi, con i fatti molto più che con le parole, mi ha insegnato a tenere lo sguardo fisso in quello degli altri.


Come incomincia:

“Le cose stanno andando male. Ho bisogno di un telefono nuovo e non ho un soldo.
Impossibile chiedere ai miei che hanno già le loro grane ogni santo giorno. Li sento ragionare fitto fitto al mattino presto e alla sera tardi quando ormai pensano che dorma.
Il papà soprattutto è fuori gioco. Ormai lo chiamano pochissimo per lavorare nella fabbrica di biscotti. Un turno qui, uno là. Si aggira in casa senza nulla da fare, la barba di qualche giorno, la tuta appesa dall’esterno dell’anta dell’armadio. Bianca bianca, splende nella stanza come quella di un astronauta pronto per una partenza che non arriva mai.
Questa cosa l’ho pensata quando una sera hanno dato in tv Apollo 13 e lui l’ha visto con me, anzi mi ha chiamata e battendo la mano sul divano mi ha detto: - Viola, siedi qui e vediamoci insieme questo film, è bello. Chissà quando ripassa.”

VECCHINI S. – SUALZO, Le cose così come sono, Bacchilega Junior