sabato 25 gennaio 2020

Come? Cosa?


COME? COSA?

“Ehi, cosa vuoi mangiare stasera?”
“Purè di patate!”
Il vento soffia.
“Come? Cosa? Due grandi frittate?”

“Stasera tuo padre vuole due grandi frittate!
Il vento sbuffa.
“Come? Cosa? Delle palme impanate?”

“Stasera mio padre vuole delle palme impanate!”
Il vento fischia.
“Come? Cosa? Galline ammaestrate?”

“Stasera suo padre vuole galline ammaestrate!
Il vento si gonfia.
“Come? Cosa? Ciabatte slacciate?”

“Stasera suo padre vuole ciabatte slacciate!
Il vento infuria.
“Come? Cosa? Cinque rose slavate?”

“Stasera suo padre vuole cinque rose slavate!
Il vento si scatena.
“Come? Cosa? Tre bambole invecchiate?”

[…]

Fabian Negrin, Come? Cosa?, Orecchio Acerbo





Che succede in classe se si legge un libro così?
Matte risate, richieste di leggerlo di nuovo, ancora e ancora. E bambine e bambini che, all’intervallo, si lavano le mani chiedendosi a vicenda, come in un’eco lontana: Come? Cosa?

Sorridono persino i bidelli (volevo dire, collaboratori scolastici 😊)

Così ne scrivo l’inizio, lo fotocopio e lo stampo, perché ognuno possa leggerselo, e leggerlo, a casa; e già mi immagino genitori straziati dalle ripetute letture animate.

Poi proviamo un paio di volte a inventare un nuovo inizio, e a continuare con le rime più strampalate. E poi, ancora, li divido a piccoli gruppi, dando a ciascuno un foglio su cui ho scritto solo la traccia, e ogni gruppo prova a realizzare la propria, personalissima, divertente storia. Tanto, a questa età, basta infilare un po' di cacchette e puzzette e il gioco è fatto.
Certo, non tutti i gruppi ce la fanno, alcuni si incartano su una rima particolarmente difficile. Ma, in ogni caso, che modo divertente per terminare una fredda settimana di fine gennaio!


COME? COSA?

“Ehi, cosa vuoi mangiare stasera?”
“Due belle torte!”
Il vento soffia.
“Come? Cosa? Delle rane morte?”

“Stasera tuo padre vuole delle rane morte!”
Il vento sbuffa.
“Come? Cosa? Alcune porte?”

“Stasera mio padre vuole alcune porte!”
Il vento fischia.
“Come? Cosa? Un orso forte?”

“Stasera suo padre vuole un orso forte!”
Il vento si gonfia.
“Come? Cosa? Un pianoforte?”

“Stasera suo padre vuole un pianoforte!”
Il vento infuria.
“Come? Cosa? delle orecchie storte?”

“Stasera suo padre vuole delle orecchie storte!”
Il vento si scatena.
“Come? Cosa? Quattro gambe corte?”

[…]




venerdì 24 gennaio 2020

Cappuccetto Rosso, Verde, Giallo, Blu e Bianco


In una piccola casetta in mezzo a un prato, abitava Cappuccetto Verde. È una bambina tanto buona e simpatica. Un giorno sua mamma le mise in testa un cappuccetto fatto d foglie verdi, molto ridicolo, ma a Cappuccetto piaceva tanto che lo teneva sempre in testa: se lo toglieva solo quando andava a dormire.

MUNARI B., Cappuccetto Rosso, Verde, Giallo, Blu e Bianco, Einaudi Ragazzi



Ci sono libri senza tempo, come senza tempo sono le fiabe a cui sono ispirati.
Ci sono autori, artisti senza tempo, come senza tempo sono il genio, la creatività, la passione, la curiosità che hanno animato ogni istante della loro vita e del loro lavoro.

Ai libri senza tempo di autori senza tempo appartiene certamente questo piccolo, usurato libro, che è stato, è, dei miei figli, temporaneamente in prestito per le letture di bambine e bambini delle nostre classi.

Così, la fiaba di Cappuccetto Rosso viene ascoltata nello stesso silenzio rapito e assorto da chi ne è stato nutrito fin dalla primissima infanzia e da chi la sente forse per la prima volta.
Allo stesso modo si dipanano le avventure di Cappuccetto Verde nel folto del bosco, Giallo in una trafficatissima città, Blu al largo nel mare, Bianco sotto una coltre di neve.
E mi piace pensare che altri Cappuccetti, di svariati colori, possano ancora nascere dalla fantasia e dalle matite colorate di piccoli e grandi…














martedì 7 gennaio 2020

Per fortuna ci sei




Come (ri)cominciare un nuovo anno insieme?

Perché è vero che il 2020 è un anno tutto nuovo, ma è altrettanto vero che il tempo scolastico è scandito in modo diverso, e questo non è tanto un nuovo inizio, quanto un ritrovarsi, dopo una lunga vacanza.


Non mi affascinano particolarmente i buoni propositi, destinati fatalmente a infrangersi sul terreno scivoloso della quotidianità; mi piace però che ci sia qualcosa di semplice a rendere speciale il nostro rinnovato incontro.


Ripenso alle bambine e ai bambini; e, ancora una volta, ad affacciarsi prepotentemente alla mente sono i più fragili, i più difficili, i più complicati. Magari quelli che la vita la complicano anche a te.


Così penso che sia importante provare ad andare oltre la fatica (quella fatica non buona che sento aver condizionato i nostri ultimi giorni del 2019 insieme) e trovare il modo per dare spazio a ognuno di loro, al loro esserci, per sé e per/con gli altri. 


Penso alla scrittura, che ancora una volta mi sembra strumento privilegiato per comunicare -anche in modo intimo, privato - le cose più importanti.

Penso alla fortuna di vivere in questo mondo, dove i diritti sono garantiti; penso alle fortune, piccole e grandi, che ognuno di noi può contare nella propria vita; penso all’importanza di essere capaci di riconoscerle, queste fortune, e di farne tesoro.


Metto insieme tutto e ci penso nel tempo quieto delle vacanze (che, si sa, per gli insegnanti sono lunghe. Ma se non lo fossero, come potremmo immaginare e progettare tutto quel che poi realizzeremo a scuola?).


Ne parlo con la mia collega, che mi risponde con un “Ci stavo pensando anch’io”. Ed è una tra le frasi più belle ascoltate in questi primi giorni: perché parla di affinità oltre le necessarie differenze.


Ci ragioniamo, un po’ da sole e un po’ insieme. Pensiamo ai dettagli: quale il titolo? Come scrivere i nomi? Coccinelle o quadrifogli a far loro compagnia?


E poi, via: Per fortuna ci sei


Per fortuna ci sei: nel mondo, e qui. Per fortuna puoi fare la differenza con la tua presenza. Per fortuna i tuoi compagni e i tuoi insegnanti possono dirtelo, e scrivertelo, e mettere il biglietto nella busta che porta il tuo nome. E fare in modo di cogliere, e fermare, l’istante in cui qualcuno ha pensato: per fortuna ci sei.

A presto, con questi due: