Ho portato con me, al Masetto, la poesia, convinta che ci avremmo lavorato a lungo.
ma non sono riuscita a fare
con il mio magnifico gruppo quello che più avrei desiderato: immergerci
nella poesia, lasciarla decantare dentro di noi e coglierne le suggestioni, per
provare a parlare un linguaggio che troppo raramente leggiamo, ascoltiamo, pratichiamo.
Una cosa, però, siamo
riusciti a fare: leggere ognuno la propria poesia e condividerla,
anche se purtroppo costretti a spezzare il silenzio che essa ogni volta ha generato,
perché un altro potesse fare la propria parte.
Questo invece mi sembra
proprio il luogo, e il tempo, per una condivisione nuova e più ampia: perché
ognuno possa leggere, dove e quando vorrà, e fare, della poesia, ciò che vorrà.
CERCO
RIPARO
Cerco riparo
nella voce nuda,
nell'insegnamento del soffio,
chiedo rifugio
nel legame delle foglie,
la conta dei sassi,
il silenzio
che brucia nella corsa.
Faccio monastero
nel petto acceso di respiro,
nell'origine e nella fine
di una sillaba,
nella compagnia del passo
che allaccia a terra.
Ho vento,
ho ossa,
come muri del tempio,
ho mani.
La notte soffia
spegne la candela
insegna a uscire.
Mi cucio al passo
mi navigo nel respiro
mi sposo.
Chandra Livia Candiani, La bambina pugile ovvero la precisione
dell’amore, Einaudi
IL
LONFO
Il Lonfo non vaterca né gluisce
e molto raramente barigatta,
ma quando soffia il bego a bisce bisce,
sdilenca un poco e gnagio s'archipatta.
È frusco il Lonfo! È pieno di lupigna
arrafferia malversa e sofolenta!
Se cionfi ti sbiduglia e ti arrupigna
se lugri ti botalla e ti criventa.
Eppure il vecchio Lonfo ammargelluto
che bete e zugghia e fonca nei trombazzi
fa legica busia, fa gisbuto;
e quasi quasi in segno di sberdazzi
gli affarferesti un gniffo. Ma lui, zuto
t' alloppa, ti sbernecchia; e tu l'accazzi.
Fosco
Maraini, Gnòsi delle Fànfole, Dalai
editore
SEME
SENZA NOME -
Quanti fiori decadono nel bosco
o periscono dalla collina
che la loro bellezza non ebbero
in sorte di conoscere.
E quanti affidano un seme senza nome
a una brezza vicina,
ignari del dono scarlatto
che recherà agli altri occhi.
Emily Dickinson, traduzione di Margherita Guidacci. Tutte le poesie, Edizioni Meridiani
Mondadori
Una
poesia è quando hai il cielo in bocca,
ne mangi
e ancora ne rimane.
Una poesia
è quando senti battere
Il cuore delle pietre,
quando le parole battono le ali,
è un canto in prigionia.
Una poesia
è quando rigiri le parole
da cima a fondo
e hop!
diventa nuovo il mondo
estratto da Jean Pierre Simeon, Questa è la poesia che guarisce i pesci, Lapis 2007
RIMA
DEL BAMBINO FUTURO
Sono
un bambino, sono il tuo dono
Prima non c'ero e adesso ci sono
Sono il domani, dalle tue mani
Devi difendermi con le tue mani
Sono il futuro, sono arrivato
E sono qui perché tu mi hai chiamato
Come sarà l'orizzonte che tracci
Dipende da come mi abbracci
Bruno Tognolini, Rime raminghe, Salani
Da
questa matita si diparte una strada di grafite
e
sulla strada passeggia una lettera, come un cane,
ed
ecco una parola come una città abitata
dove
forse arriverò domani.
Nina Cassian, C’è modo e modo di sparire, Adelphi
LA LETTURA
Figlia dell'inverno
la lettura
offre la storia
e il silenzio,
il nero del legno e il bianco della neve.
Il silenzio tra le parole
permette alle parole
di procedere
e come il silenzio
degli animali e dei ricordi,
attivo e fertile,
non cospira
con l'infelicità
di dire sempre
solo quello che sai già.
Ho bisogno delle parole
degli altri per scandagliare
le mie.
Ascoltando
scrivendo
scopro cosa so.
Le parole
sono la casa del mondo
lo straccio che lava
le cose.
Leggendo
più che comprendere
faccio
scioccamente parte
della dolcezza d'essere.
Leggo per abitare
Chandra Livia Candiani, Fatti vivo, Einaudi
Mi
piace il verbo sentire…
Sentire il rumore del mare,
sentirne l’odore.
Sentire il suono della pioggia che ti bagna le
labbra,
sentire una penna che traccia sentimenti su un
foglio bianco.
Sentire l’odore di chi ami,
sentirne la voce
e sentirlo col cuore.
Sentire è il verbo delle emozioni,
ci si sdraia sulla schiena del mondo
e si sente…
Alda Merini
Niente,
è che a me piacciono da sempre
le
cose mute,
quando l’io zittisce
e si alza il volume della voce
non solo degli uccelli
ma anche del silenzio dell’armadio
e del tavolo
della lampada e del letto.
Allora niente,
vivo in una nuvola di luce
dove tutto rabbrividisce
e fa parola, allora bevo
all’orlo del mondo
alla sua fontana.
Chandra Livia Candiani, La bambina pugile ovvero la precisione dell’amore, Einaudi
Punteggiata
di rosso
la campagna ha il morbillo.
Ma no, sono i papaveri
sparsi tra il campo e il
fosso.
Las
amapolas
han
vestido los campos
de
rubeola.
Alonso Palacios - Leticia Ruifernández, versione italiana
di Francesca Lazzarato, Poemario di
campo, Orecchio acerbo
La
tua rosa si è sfogliata
come per un vento leggero
non è rimasto lo stelo vuoto
ma il profumo
dell’uccello appena volato
via
non siamo rose
né uccelli
né il vento
ma l’attesa di soffiare
di volare
di sbocciare.
Chandra Livia Candiani, Io con vestito leggero, Campanotto
FILASTROCCA
DA UOMO A UOMO
Uomo
che stai nascendo ora
E
che del mondo non sai ancora
Figlio,
fratello, padre, amico
Ascolta
quello che ti dico:
Una
è la terra, una e di tutti
Alberi,
uomini, pesci e frutti
E
nella terra ciascuno ha il suo posto
Difendi
il tuo a qualunque costo
E
se ti perdi e non sai dove andare
Tu
segui sempre la strada del cuore
Da
molto tempo scorre la vita
Di
padre in figlio non è mai finita
Uomo
che stai venendo al mondo
Ama
con cuore profondo.
Sabrina Giarratana – Arianna
Papini, Amica Terra, Fatatrac