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giovedì 23 aprile 2015

Noi poeti: Filastrocca dei versi delle bestie

Mi piace davvero il linguaggio semplice e profondo della poesia: lo ritengo capace di parlare una lingua potente, che si radica dentro chi legge, o ascolta, rilasciando echi perpetui, che si allargano come i cerchi di un sasso gettato nell’acqua.

Tendo a rifuggire i percorsi di poesia preconfezionati o concentrati in un determinato periodo; amo che la poesia faccia parte della vita quotidiana, mia come dei miei bambini.

Ieri abbiamo letto, e trascritto, la Filastrocca dei versi delle bestie, tratta da

Rima rimani


di Bruno Tognolini, Salani






 


I bambini hanno immediatamente intuito uno dei miei scopi: “L’hai scelta perché ci sono tante sce”.

Era vero solo in parte: l’ho scelta anche per ricordare di nuovo i versi degli animali, e i verbi che li esprimono. E l’ho scelta soprattutto perché si prestava a lavorare in modo semplice ed efficace ad una rielaborazione collettiva del testo.

Infatti ho spiegato loro che avremmo tenuto la struttura della poesia (la parte iniziale di ogni verso) per cambiare gli animali protagonisti. Cambiando i soggetti, sarebbero però cambiati anche i relativi verbi, e questo è stato il primo problema da affrontare.

Pensate a un animale. “L’asino”
Cosa fa l’asino? “Raglia” “Ma raglia non finisce con sce”
Allora bisogna cambiare animale.
“La mucca” E cosa fa la mucca? “Muggisce” Perfetto, il primo verso è completato.

Continuiamo:
“Il delfino” “Che verso fa il delfino?” E chi lo sa? Nemmeno la maestra, e neppure internet risolve il problema.
“La balena” “Le balene non fanno versi, cantano” “I pesci”
“Il cane” “Il cane abbaia” “Non va bene” .
È vero, però, quando il cane piange, o si lamenta, o soffre, si dice che guaisce.
“Guaisce va bene”
Abbiamo anche il secondo verso.

“Il gatto” “Miagola” “Non va bene”  E il nemico del gatto? “Il cane” “Il topo” Cosa fa il topo? “Squittisce”

Per il quarto verso è stato decisamente più difficile: ho suggerito il cervo che bramisce, il grillo che frinisce…ma poi è arrivato il maiale che grugnisce, e ha battuto tutti gli altri.
Scimmie e pavoni sono stati individuati in fretta come animali chiacchieroni, e la nostra filastrocca si è potuta felicemente concludere:













lunedì 22 aprile 2013

P come Pio Pio...




http://www.babalibri.it/dettaglio.asp?id=4&col=2




Un tenerissimo, scanzonato pulcino giallo scambia la sua voce (ed il suo verso) via via con un topino, un porcellino, una ranocchia, un cane...fino a far fuggire un temibile gatto.

 
Come incomincia:

 
“-Pio! Vado a fare una passeggiata!- dice Pulcino.

-Pio Pio!

-Buongiorno Topino! Facciamo uno scambio? Se ti dico Pio, tu cosa mi dici?

-Ti dico Squitt!

-Pio Pio!

-Squitt Squitt!

-Buongiorno Porcellino! Facciamo uno scambio? Se ti dico Squitt, tu cosa mi dici?

-Ti dico Grunt!

-Squitt Squitt!

-Grunt Grunt!

 

SATO – FUTAMATA, Pio Pio, Babalibri

  

Proposte didattiche: lingua italiana

La consonante P

Facciamo teatro!

Dopo la lettura ad alta voce da parte dell’insegnante, proponiamo ai bambini la drammatizzazione della storia: assegniamo a turno i ruoli degli otto protagonisti: Pulcino, Topino, Porcellino, Ranocchia, Cane, Gatto, Tartaruga, Mamma Gallina.

Se lo desideriamo, caratterizziamo ogni animale con un piccolo particolare (un becco arancione, una lunga coda, un piccolo grugno rosa…) o con una semplice maschera in cartoncino. Suggeriamo di volta in volta le diverse battute, che seguono peraltro una struttura abbastanza semplice da memorizzare. Quando tutti gli alunni avranno interpretato almeno un personaggio, la maggior parte avrà imparato la breve storia a memoria.

In seguito scriviamo alla lavagna la frase

IL PULCINO FA PIO PIO

(e auguriamoci che a nessuno torni in mente il tormentone canoro dell’estate 2012!)

evidenziandone tutte le P.

Giochiamo a … carte

Prepariamo delle carte rettangolari divise a metà: nel riquadro di sinistra disegniamo l’immagine di un animale presente nella storia, in quello di destra scriviamo in stampato maiuscolo il suo “verso”.

Chiediamo ai bambini di arricchire le carte con nuovi animali e aiutiamoli a scrivere nuovi versi.

Fotocopiamo ogni carta, in modo da averne almeno una coppia (o tre/quattro) per ogni animale: ci serviranno per giocare a “Famiglie”. Si sceglie un numero di coppie di carte corrispondenti alla metà dei bambini (se gli alunni fossero dispari, naturalmente giocherà anche l’insegnante), si mischiano e se ne consegna una, coperta, ad ogni bambino.

Al VIA, ognuno chiamerà, utilizzando il verso dell’animale disegnato e scritto sulla carta, ma senza mostrarla, il proprio/i propri compagni: quando la coppia (o il terzetto/quartetto) si sarà trovata, si siederà. Se si vuole evitare la competizione, si attenderà che tutte le coppie si siano ritrovate per mischiare nuovamente le carte e giocare di nuovo; altrimenti, l’ultima coppia che si siede verrà eliminata e il gioco proseguirà fino alla proclamazione della coppia vincitrice.

Al termine, molti bambini cominceranno ad associare facilmente l’immagine dell’animale al rispettivo verso (utilizzando le immagini di prima si potrebbe realizzare un domino che preveda, per ogni carta, il disegno di un animale e accanto il verso di un altro, a cui associare l’immagine corrispondente). Scriviamo quindi alla lavagna alcune semplici frasi

IL GATTO FA MIAO

IL CANE FA BAU

LA MUCCA FA MU

che i bambini potranno ricopiare e illustrare sul quaderno.






Strani versi

Se lo desideriamo, proponiamo il seguente libro, che propone un altro cucciolo con problemi linguistici:

La madre di George cerca in tutti i modi di insegnare al proprio figlio ad abbaiare, ma non sarà per niente facile, tra miagolii, grugniti e muggiti. Finché un bravo veterinario…

Come incomincia:

“La mamma di George disse: -Abbaia, George.

George disse: -Miao.

-No, George- disse la mamma. –I gatti fanno miao. I cani fanno bau. Adesso abbaia, George.

George disse: -Qua-qua.

-No, George- disse la mamma. –Le anatre fanno qua-qua. I cani fanno bau. Adesso Abbaia, George.

George disse: -Sgrunf.

-No, George- disse la mamma. –I maiali fanno sgrunf. I cani fanno bau. Adesso abbaia, George.

George disse: -Muuu.

Allora la mamma di George lo portò dal veterinario.”

 

FEIFFER J., Abbaia, George, Piemme Junior

 

Paroliamo



Ad ogni nuova lettera, riproponiamo l’attività del Paroliamo (vedi la vocale A), che verrà via via arricchita e resa più complessa.

 

Prime parole

 
I bambini conoscono ormai due lettere, la vocale A e la consonante P: suggeriamo loro, utilizzando le lettere dell’alfabetiere allegato al libro di testo, di unirle nei due modi possibili. In seguito, proponiamo loro di usare più A e P e di utilizzarle liberamente, provando a leggere quanto scritto. Accettiamo tutte le possibili produzioni e scriviamole sul quaderno, associando, se lo riteniamo opportuno, le parole di significato compiuto (PAPA’, PAPPA, PAPA…) alle rispettive immagini.

 

Prime sillabe

 
Evidenziamo alla lavagna la sillaba PA e quella inversa AP: conosciamo parole che iniziano con queste sillabe? Scriviamole alla lavagna e ricopiamole sul quaderno, ripassando con due colori diversi le due differenti sillabe.

In un passaggio successivo, e sicuramente più complesso, chiediamo ai bambini se conoscano parole che contengano o terminino con le sillabe evidenziate; anche in questo caso, facciamo ricopiare ed eventualmente illustrare le parole.