La mia passione per la
poesia è relativamente recente: risale ad alcuni anni fa, quando ero insegnante
nella scuola dell’infanzia e mi innamorai di alcuni libri di Tognolini e
Piumini. Su tutti,
Mal di pancia calabrone
e
Io mi ricordo quieto
patato...
che utilizzai a lungo con
i bambini più piccoli e che ancora adesso sfoglio con piacere alla ricerca di
nuove perle.
Da quando sono passata
alla scuola primaria, con l’insegnamento dell'italiano conoscere e fare poesia
è diventato una sorta di “dovere”, di quelli alimentati dalla ricerca, dalla
passione, dalla condivisione.
Ho scoperto così Shel
Silverstein e Tony Mitton, Chiara Carminati e Fiona Waters, Giusi Quarenghi e
Pablo Neruda, Giovanna Zoboli e Emily Dickinson, che, insieme ad altri, con i loro libri riempiono gli scaffali della mia
libreria.
Non posso dire di
essere diventata competente; ma certo la ricerca, la lettura e la conoscenza
hanno affinato orecchio e gusto.
Sulla spinta della
necessità di trovare ogni giorno un momento da dedicare alla poesia, in
particolare a quella per bambini e ragazzi, è nato il gruppo Fb
Poesia piccola https://www.facebook.com/groups/752911364751678/ su cui quotidianamente condividiamo testi e suggerimenti di lettura.
Ed ecco il mio ultimo
acquisto:
Ho una fata accanto
di Lewis Carrol,
Mottajunior (a cui va riconosciuto il merito di aver pubblicato, negli ultimi anni, altri titoli di poesia),
splendidamente illustrato da Alessandro Sanna e tradotto da Francesca Cosi e Alessandra Repossi.
Un libro prezioso
che raccoglie alcune delle più celebri poesie del maestro della letteratura
nonsense insieme ad altre meno note. ''Il nonsense in Lewis Carroll costituisce
la soluzione vitale di una contraddizione profonda tra sogno e realtà: la
mente, messa davanti a ogni specie di ostacolo, trova una scappatoia
nell'assurdo ritrovando così il gioco dell'infanzia come perduto strumento di
conciliazione tra realtà e sogno e riaprendo all'uomo il regno misterioso
abitato dai bambini'' (André Breton)
FRATELLO
E SORELLA
“Sorella,
ora devi dormire:
vai
a letto, non farti punire”
le
disse il fratello gentile.
“Ma
vuoi che ti ammacchi le ossa,
ti
faccia una gran faccia rossa?”
Rispose
la bimba un po’ scossa.
“Sorella,
non farmi i9nfuriare,
sennò
ti dovrò cucinare:
se
voglio ti posso pappare!”
La
bimba alzò gli occhi attenti,
fissandolo
disse: “Accidenti”
“Tu
prova, e vedrai se ti penti!”.
Il
bimbo filò dalla cuoca
E
disse: “Ti prego, sii buona:
vorrei
quella tua casseruola.”
Perché
te la devo prestare?”
“Andiamo,
non farmi spiegare:
mi
serve, dovrei cucinare”.
“E
allora che carne ti do?”
“Ho
già mia sorella.” “Oh oh!”
“Mi
dai la padella?” “Eh no!”
Lewis Carroll, Ho una fata accanto, Mottajunior