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venerdì 4 maggio 2018

L'Invalsi e la scomparsa della lentezza





Quando, come in queste ultime settimane, non trovo il tempo per scrivere sul blog, è come se ne sentissi una sorta di mancanza fisica. Apedario è diventato per me un luogo -e un tempo- dedicato, dove fermarmi, riflettere, dare forma ai pensieri che spesso, nella mia testa, assumono l’aspetto, e la densità, di un groviglio. A volte, però, l'urgenza di dipanare prende il sopravvento, e finalmente, a dispetto del tempo che manca, mi fermo, rifletto e scrivo.
Oggi sento forte la necessità di confrontarmi su un argomento tanto più spinoso quanto maggiormente mette in discussione lo stile educativo e didattico di chi sceglie di fare dell’insegnamento una sorta di avventura quotidiana, fuori da schemi precostituiti, da guide uguali per tutti, da percorsi delimitati come binari. Sento di poter dire che per noi, e per i nostri alunni, le prove Invalsi sono davvero, ancora di più, una fatica.

Eppure, mesi fa, dopo una discussione e la relativa votazione, sono stati proprio i ragazzi e le ragazze di entrambe le classi a decidere, a maggioranza, circa l’utilità di esercitarsi per queste prove. L’ho letta come una ricerca di sicurezza, di garanzia, un tentativo di affrontare con meno timori ciò che fino a poco prima era sconosciuto.
Credo si capisca chiaramente, o si possa facilmente immaginare: non sono una sostenitrice di queste prove. Mi lascia sempre estremamente perplessa che la valutazione dell’efficacia dell’operato di un insegnante si basi esclusivamente su prove standardizzate, ovunque uguali per tutti. Scrivevo, appunto, qualche mese fa:

"[...] dentro questo tipo di prova non potrà mai esserci spazio per documentare, valorizzare e valutare il processo, il percorso individuale e collettivo necessario ad acquisire le molteplici competenze di una ragazza, un ragazzo, al termine della scuola primaria: dov'è il pensiero critico? Dove l'argomentazione del proprio pensiero, delle proprie opinioni? Dove la capacità di esprimersi oralmente e attraverso lo scritto? Dove una riflessione sulla lingua che si fa strumento e stile unico e personale per la scrittura?"

La penso ancora così, naturalmente. E però, allo stesso modo, cerco di sottrarmi all'istinto di demonizzazione -da cui solitamente consegue il rischio di un'eccessiva attribuzione d'importanza. Esercitandoci per le Invalsi, abbiamo avuto modo di lavorare utilizzando strumenti (le schede con test a risposta multipla) per nulla abituali nel mio approccio educativo e didattico; ogni volta abbiamo riflettuto sulle diverse possibilità di risposta, eliminando quelle palesemente errate e interrogandoci sulle motivazioni alla base di risposte diverse e sulle loro eventuali giustificazioni. Ci è capitato di imbatterci in errori marchiani insiti nelle prove stesse, o in domande mal poste, o  ancora in risposte formulate in modo poco chiaro, anche per lo stesso insegnante, ed è stata questa una buona occasione per mettere in discussione alcune scelte adulte. In ogni caso, sempre, ci siamo fermati a riflettere ad alta voce, condividendo dubbi e soluzioni alternative. Perché il pensiero divergente esiste, e risulta  talvolta più adeguato, e significativo, e sensato, della pura correttezza formale.
Due giorni fa, per la prima volta, i ragazzi si sono messi alla prova con un test ufficiale (per l’esattezza, quello del 2015). Ad oggi, ancora non l’abbiamo né letto né corretto insieme. Un dato, però, mi ha molto colpito: in una classe, quasi un terzo degli alunni non ha completato la prova nei 75 minuti previsti.

La mia prima considerazione, quella più istintiva, espressa ad alta voce  in classe, è stata il pensiero che sarà necessario sfruttare in modo più adeguato il tempo a disposizione; ma ci penso ormai da due giorni, e mi interrogo su questo dato. Sono stati lenti? Hanno perso tempo? Si sono distratti? O, più semplicemente, si sono soffermati a riflettere, a soppesare le diverse risposte, a calibrarne l’efficacia? E, soprattutto, quando la lentezza ha smesso, per noi, classe, in  particolare, ma più in generale per il mondo odierno, e per alcuni, o molti di noi, di essere un valore, ed è diventata freno, limite, mancanza?
Come spesso accade, per ora non ho risposte, ma solo domande.
E, ancora una volta, mi sembra questo il terreno migliore su cui cercare e costruire insieme.



sabato 2 dicembre 2017

A proposito di prove Invalsi

Nella nostra classe, un libro (fascicolo Invalsi - Ndr) non può racchiudere tutto quello che abbiamo fatto in questi anni.

F., 10 anni


Le prove Invalsi sono delle verifiche mandate dallo Stato per verificare se gli alunni e le maestre stanno facendo il loro dovere.
A., 10 anni


La differenza tra le prove Invalsi e le verifiche per me è che nelle verifiche sai quanto hai preso, il tuo voto, invece nelle prove Invalsi non lo sai perché dopo le consegni e non le rivedi più.


Ci sono decisioni che non posso, e non voglio, prendere da sola.
Mi piace condividerle con i ragazzi, ragionare con loro, valutare pro e contro, confrontandoci e contemplando la possibilità di cambiare idea.

Una tra le tante questioni aperte di questi mesi riguarda la mia posizione circa le prove Invalsi: non le demonizzo, ma credo sia molto limitante che il mio lavoro - il lavoro di ogni insegnante -  venga valutato solo sulla base dei risultati di una prova standardizzata, che non tiene in alcun conto tutta una serie di attività, e relative competenze, che i ragazzi possono aver raggiunto in questi anni, oltre a quelle relative alla comprensione e ad un certo tipo di riflessione sulla lingua. Soprattutto, dentro questo tipo di prova non potrà mai esserci spazio per documentare, valorizzare e valutare il processo, il percorso individuale e collettivo necessario ad acquisire le molteplici competenze di una ragazza, un ragazzo, al termine della scuola primaria: dov'è il pensiero critico? Dove l'argomentazione del proprio pensiero, delle proprie opinioni? Dove la capacità di esprimersi oralmente e attraverso lo scritto? Dove una riflessione sulla lingua che si fa strumento e stile unico e personale per la scrittura?

Ma tant’è: le prove Invalsi sono legge, e alla legge non mi sottraggo, pur esprimendo tutte le mie perplessità in merito.

Quel che invece ancora non sono riuscita a decidere è se, e in che modo, preparare i miei ragazzi a queste prove: certo, mi pare di farlo ogni giorno, attraverso la riflessione, il ragionamento, la condivisione, il confronto. Ma da tempo sono sul mercato strumenti operativi – ovvero, libri di schede – che riprendono le prove degli anni passati e permettono ad insegnanti e alunni di lavorare su di esse in modo collettivo e/o individuale.

Che fare? Suggerirne l’acquisto oppure evitarlo, continuando a dedicare più tempo ad altro?
La domanda non è oziosa, né retorica; così ho deciso di farmi aiutare dai ragazzi stessi, e nei giorni scorsi ho chiesto loro, per cominciare, se sapessero spiegare cosa sono e a cosa servono le prove Invalsi:

Sono delle prove che voi fate per far capire ai professori delle medie se qualcuno magari ha più difficoltà o chi va meglio in certe materie, e lo vedono dai risultati

Sono delle prove di comprensione che decide lo Stato di fare

Io credo che siano delle prove per sapere come ci stiamo preparando in tutto l’anno e anche per sapere quali argomenti… per esempio, 3 bambini sbagliano un argomento e 28 ne sbagliano un altro, e sarà il caso di riprendere l’argomento che hanno sbagliato i 28 bambini e non quello che hanno sbagliato in pochi

Per me sono delle prove che noi dobbiamo fare, almeno voi capite cosa siamo incerti e cosa l’abbiamo capito quando l’avete spiegato, almeno chi andrà a Carimate potrete dirlo ai professori delle medie, almeno sanno cosa devono ripassare
Per me le prove Invalsi sono delle prove che aiutano le maestre a capire se hanno spiegato bene durante la lezione e se i bambini possono affrontare altri argomenti
Per me le prove Invalsi non servono molto ma servirebbe di più un’interrogazione a fine quinta
Secondo me le prove Invalsi è come se ti danno una rinfrescata alla mente e ti fanno ricordare le cose che hai imparato nei cinque anni
Per me sono dei test 
Sono delle prove che… cioè, non sono valutate, solo quando devi passare, ad esempio alle medie, oppure alle superiori
Ti fanno dei test per vedere cos’hai imparato durante gli anni, dipende se sei alle elementari, alle medie o alle superiori
Oltre a vedere se hai ascoltato e se hai imparato, serve anche per gli insegnanti, per capire se insegnano bene o no
Per me le prove Invalsi sono delle prove che vengono fatte due volte per le elementari e che spiegano il modo in cui le insegnanti insegnano e dicono cose sbagliate o giuste per vedere se gli alunni imparano meglio
Sono delle prove per prepararsi agli esami
Le prove Invalsi sono delle prove che ti possono aiutare o sono anche per capire se sei pronto per andare alle medie e fare quello che ti chiedono
Le prove Invalsi sono uguali alle verifiche, però più semplici ma allo stesso tempo anche un po’ difficili
Le prove Invalsi sono delle prove che vengono valutate e mandate in un centro scolastico per valutare le insegnanti
Secondo me sono delle prove per capire se gli alunni hanno capito bene le cose che gli spiegano le maestre e se sono pronti alle medie
Le prove Invalsi sono dei test per verificare se un alunno ha imparato e ascoltato oppure no
Le prove Invalsi sono delle verifiche mandate dallo Stato per verificare se gli alunni e le maestre stanno facendo il loro dovere


Mi pare che non tutti abbiano chiaro che differenza ci sia tra verifiche e prove Invalsi, così chiedo loro di spiegarlo:
La differenza per me è che nelle verifiche sai quanto hai preso, il tuo voto, invece nelle prove Invalsi non lo sai perché dopo le consegni e non le rivedi più
C’è una differenza particolare: che le verifiche sono su un argomento, invece le prove Invalsi sono su tutti gli argomenti
Le verifiche sono delle schede, invece le prove Invalsi devi fare praticamente tutto un libro
Le verifiche servono alla maestra per vedere se un alunno ha capito quello che stava spiegando, e le prove Invalsi servono per vedere se le maestre hanno insegnato quello che c’era da insegnare per quell’anno
Una verifica viene valutata e serve per la maestra, per vedere se gli alunni hanno ascoltato e hanno capito l’argomento che ha spiegato, invece le Invalsi non vengono valutate e servono allo St… alle persone più grandi per vedere se la maestra ha svolto bene il suo lavoro
Le verifiche servono per… sono sull’argomento di cui hai appena parlato in classe, e le prove Invalsi possono parlare di più argomenti
Le prove Invalsi servono per valutare gli insegnanti, mentre le verifiche servono per valutare gli alunni
Le prove Invalsi sono dei discorsi che hai fatto per tutto l’anno, invece le verifiche parlano di un argomento solo
Le prove Invalsi sono più lunghe perché racchiudono più argomenti e sono anche più difficili, invece le verifiche sono più corte e racchiudono solo un argomento
Le prove Invalsi servono per vedere se gli argomenti che sono stati fatti un mese fa te li ricordi ancora, invece le verifiche servono per vedere se l’argomento appena fatto lo ricordi bene
Le prove Invalsi è come se fosse un riassunto di quello che hai fatto nei cinque anni a conclusione delle elementari e per capire se sei pronto per le medie. A me mi mettono ansia, però.

Qui scatta il primo campanello d’allarme: la parola ansia, in bocca ad un decenne, mi fa pensare.
È una parola che ritorna.
Chiedo ai ragazzi di esprimere e motivare il proprio parere circa l’acquisto del libro per esercitarsi per le prove:
 


Le ragioni del sì:
Ci aiuta a prepararci meglio e a comprendere delle cose nuove, magari
Io di solito quando faccio una verifica o qualcosa sono in ansia e quindi magari se abbiamo il libro ce la togliamo
Ci aiuta, prima cosa, e poi ci aiuta a prepararci, a comprendere come saranno le prove Invalsi
Ci aiuta a esercitarci
Se facciamo le prove Invalsi preparati, è meglio che non averlo fatto, quindi è meglio esercitarci
Se ci esercitiamo meglio, potrebbero andare meglio le prove Invalsi
Prima di tutto per i bambini che sono in difficoltà in italiano o in matematica, può aiutarli il libro, e poi è molto più comodo, puoi affrontare le prove Invalsi senza preoccuparti
Le prove Invalsi per alcuni sono anche molto difficili, non per tutti appena leggi il testo lo capisci e inizi subito con le domande, magari a qualcuno serve di più esercitarsi
Arriviamo più preparati alle Invalsi e magari siamo già più pronti
Capiamo meglio come sono le Invalsi e ci abituiamo per quando le faremo
Possiamo esercitarci e arrivare alle Invalsi che sappiamo più o meno quello che ci sarà dentro quelle schede o il libro che ci sarà e farle meglio
Possiamo imparare di più e ci ricordiamo più cose che forse prima non sapevamo
Con il libro iniziamo con un livello non bassissimo però basso, non siamo ancora preparati, però quando avremo il libro ci eserciteremo e saremo più pronti
Ci aiutano a prepararci per la prova di ingresso alle medie
Così possiamo ricordarci quello che abbiam già fatto, perché forse non ce lo ricordiamo benissimo e in quel modo possiamo ricordarcene, in modo da arrivare più pronti all’Invalsi
Secondo me un libro può aiutarci di più nelle prove Invalsi


Le ragioni del no:
Secondo me non serve necessariamente un libro per esercitarsi, perché magari altri ragazzi fanno fatica sul libro, perché pensano che sia difficile
Sono prove Invalsi e secondo me dovrebbero essere su quello che abbiamo imparato a scuola, perché se prendiamo un libro per esercitarci poi diventa un po’ più facile
Non servirebbe perché si potrebbe fare anche una verifica di tutto quello che abbiamo studiato
Tanto le abbiamo già capite, le abbiamo fatte in seconda e non è che serva a molto un libro
Abbiamo già le verifiche

Per le prove Invalsi per me non ti devi preparare prima con un libro, perché devi ricordarti tutto quello che ti è stato insegnato nei mesi precedenti
In un libro, visto che le Invalsi racchiudono un po’ tutto quello che abbiamo fatto, nella nostra classe un libro non può racchiudere tutto quello che abbiamo fatto in questi anni, e anche perché le Invalsi le abbiamo già fatte quando eravamo in seconda e quindi sappiamo già un po’ come sono
Praticamente le verifiche racchiudono già quello che abbiamo fatto ed è possibile che facciamo un’altra verifica con la stesso argomento e sai già gli errori che hai fatto e così non li fai… non li sbagli più e così sai già questo argomento, lo sai bene
Abbiamo fatto verifiche su quasi tutti gli argomenti e secondo me non abbiamo bisogno anche di un libro per ripassare ancora



Alla fine di una discussione durata, in entrambe le classi, quasi un'ora, chiedo a tutti di votare, anticipando che la decisione sarà presa sulla base dei voti totali: il risultato è 38 sì e 14 no.
Anche chi non ha partecipato oralmente alla discussione motiva il proprio parere sulla scheda di voto.

Ora sono più tranquilla; i ragazzi hanno deciso.
Quel che ancora devo riuscire a spiegare bene loro è che il risultato delle prove non ha mai influito né influirà in alcun modo sul mio giudizio su di loro, né sulle rispettive competenze.