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sabato 20 febbraio 2016

Una torre non è un brutto posto / per aspettare



Una torre non è un brutto posto
per aspettare
per guardare cosa succede
spingere lo sguardo fin dove si vede
contare le cime degli alberi
cercare un fiume
indovinare gli uccelli
dai versi dal volo dal colore delle piume
giù il sole, su la luna
conoscere le stelle una ad una.
Anche se tutto resta uguale
-non ci sono porte
non ci sono scale-
si allungano i miei capelli
(sembrano disciplinati ma sono ribelli,
sembra una treccia ma è una strada segreta,
sembra una treccia e invece è la fine
della mia attesa inquieta).

Silvia Vecchini, In mezzo alla fiaba, Topipittori




martedì 22 dicembre 2015

A ritrovar Natale - Lo spettacolo



Ho l’impressione che non tutti (compreso qualche genitore) riescano ad immaginare quale dispendio di tempo ed energie richieda l’allestimento di uno (nel nostro caso, due) spettacolo natalizio; soprattutto se, come nel nostro caso, il copione viene costruito, riadattato, modificato e cucito come una seconda pelle su ogni singola classe.

Quest’anno abbiamo avuto l’enorme fortuna di poter contare su una base davvero eccellente:

A ritrovar le storie



di cui ho già raccontato qui.


Del testo originale abbiamo utilizzato solo la parte iniziale:


In un paese dove le parole sono sbiadite, rimpicciolite, e le poche rimaste accorciano le storie, 
 
 
rendendoi ricordi invisibili e le bocche mute, 
 
un bel giorno appare sulla piazza il Saltimbanco con un’Oca in spalla. 
 
Cantano una strana filastrocca:




Conta che ti conto

la vita si racconta

tiritiritera

questa è una storia quasi vera





e mostrano un cartello con scritto BICICLETTA.
 



 
Dopo qualche giorno, il primo barlume di una storia esce dai ricordi e dalle labbra di una donna. Poi è un bambino a ricordare, e a raccontare.
Il Saltimbanco scrive parole sempre nuove, come SO FARE

 





 Questa parte inizale del libro ci è servita per attribuire una parola ad ogni classe:







Per le nostre due terze ho scelto la parola ATTESA, e nelle scorse settimane abbiamo quindi lavorato quasi esclusivamente per preparare lo spettacolo. 

Abbiamo cominciato leggendo albi, fiabe e poesie che raccontassero proprio di questo stato dell’animo.
Poi abbiamo riflettuto a lungo e conversato su quali siano le cose che i bambini possono attendersi, e come anche in natura sia necessario attendere per poter godere di quanto di meraviglioso ci viene gratuitamente offerto.






Infine abbiamo deciso cosa preparare per lo spettacolo natalizio: ogni bambino ha scelto una tra le tante frasi relative all’attesa pensate e scritte nei giorni precedenti e in seguito abbiamo immaginato una sorta di danza che unisse tutti questi pensieri.

 







































venerdì 4 dicembre 2015

In attesa del Natale (2^ parte)

Ho come la sensazione che, negli ultimi anni, tutto ciò che ha a che fare con l'attesa del Natale si sia dilatato nel tempo, cominciando con un anticipo che trovo eccessivo. A casa mia, da tradizione, albero e presepe si preparano l'8 dicembre e si ripongono il 6 gennaio. È pur vero che l'inizio del mese dell'ultimo mese dell'anno porta con sé la tradizione ormai consolidata del calendario dell'Avvento, utilizzato in svariate forme anche nelle classi.

Al termine dell'elenco di tutte le attività da fare in attesa del Natale (e che ci hanno permesso di riflettere insieme sull'uso dei sinonimi, soprattutto del verbo preparare), 




ho aggiunto una tra le mie preferite:


leggere e ascoltare storie natalizie.



La prima è una leggenda polacca, Le decorazioni di Natale, tratta dal bel libro di Josette Gontier

Meravigliosi racconti di Natale





ripubblicato lo scorso anno da Einaudi.












Le storie di Natale di questa raccolta non conoscono confini, attraversano l'intera Europa per approdare negli Stati Uniti. Germania, Polonia, Norvegia e Italia offrono un eguale contributo di immaginario religioso, popolare e letterario: così si incontrano nordici troll, creduloni e paurosi; si cammina nella tundra innevata con l'anziana Babuslika, ci si diverte a ripetere la "conta" di San Nicola di Bari senza perdere di vista grandi classici della letteratura come il Canto di Natale di Dickens e Lo Schiaccianoci di Hoffmann.