Quello di oggi non è
esattamente un libro che consiglio ai miei bambini. Perlomeno, non adesso. È un
libro che sicuramente mostrerò loro fra qualche tempo, ma non subito.
Però è un libro di cui
voglio parlare, perché ne avevo tanto letto, su blog e riviste specializzate, senza averlo ancora preso in mano, sfogliato, letto, ammirato.
La voce dei colori
è un libro che i grandi,
appassionati di letteratura per l’infanzia e di illustrazione d’artista, non
possono non amare. È un libro che fa venir voglia, una volta chiuso, di essere
riaperto, riscoperto, riletto, e poi ancora, ancora…
Dice Silvana Sola nella
postfazione:
La luce nel buio
La voce dei colori è un testo essenziale, mai
didascalico, un testo poetico, che si apre con una dedica ai “poeti”. Un testo
che accompagna, come un’accurata partitura musicale, il concerto delle
immagini.
Nel
libro, Jimmy Liao, straordinario autore/illustratore di Taipei, guarda all’arte
di Escher, di Magritte, cita Matisse e Chagall, mette in campo i personaggi del
fiabesco e della letteratura per ragazzi universale, gioca con infinite
possibilità di accostamenti su una tavolozza cromatica che non conosce limiti.
Nelle
pagine, i suoi raffinati acquarelli ricostruiscono il reale della metropolitana
di una grande città non riconoscibile geograficamente, che dialoga
costantemente con il fantastico.
La voce dei colori è un libro sul buio che genera luce,
sulla “cecità come risorsa, come amplificatore di recettori percettivi che
permettono di vedere oltre il visibile.
La
bambina senza nome descritta da Jimmy Liao, dichiara di andare,
inesorabilmente, verso la cecità ma nel suo raccontarsi non c’è commiserazione,
bensì una volontà di indagare a fondo emozioni e sentimenti.
I
suoi occhi sono protetti da spessi occhiali, le sue mani reggono un bastone, ma
la sua mente, i suoi sensi e il suo cuore sono in grado di amplificare tutti
gli stimoli che riceve.
Ci
fanno vedere, oltre i labirinti di una metropolitana che cambia ad ogni
fermata, la ricchezza dell’animo umano e la potenza dell’immaginazione. […]
Come incomincia:
“Ho
cominciato il mio viaggio quell’anno in cui ho gradualmente iniziato a perdere
la vista.
Il
giorno del mio quindicesimo compleanno, in questa grigia e piovosa mattina
autunnale, dopo aver dato da mangiare al mio gatto, alle sei e cinque mi dirigo
verso la stazione della metropolitana.
Con
molta cautela, scendo lungo il tunnel riparato dalla pioggia e dal vento, così
profondo da sembrare senza fine.
Si
ode solo il rumore dei miei passi isolati, che risuonano nell’aria solitaria.
Sono
da sempre abituata ad andare ovunque da sola, parlando con me stessa,
immaginandomi solitaria nella città, vagando senza meta.
Decido
così di cominciare partendo da una piccola stazione sconosciuta, in direzione
di un’altra piccola stazione sconosciuta.
E
penso: -Se tutte le stazioni della metropolitana si unissero a formare un
mondo, potrebbero condurmi in qualunque luogo io desideri?”
LIAO J., La voce dei colori, Edizioni Gruppo
Abele
la recensione di Anna Castagnoli, una delle massime esperte di illustrazione.