Io credo che, se si
immergono i bambini nella bellezza, se li si circonda di meraviglia e stupore, inevitabilmente ne saranno
cambiati.
Cambierà il loro modo di
guardare, di sentire, di annusare, di parlare, di disegnare. Cambierà anche il
modo di pensare, ne sono certa, e la maniera di rapportarsi al mondo, all’altro
da sé.
Perché non si può rimanere
gli stessi dopo aver contemplato, in un silenzio assorto (oserei dire religioso) quel che mani abili, un'anima lieve e una mente
attenta possono restituirci di una natura che troppo spesso dimentichiamo di
guardare.
Raccontare gli alberi
di Pia Valentinis e Mauro Evangelista, Rizzoli
racchiude in sé tutte queste caratteristiche.
In quella che ai più potrà sembrare una coincidenza, scopro, leggendone una splendida recensione sul blog dei Topipittori , che le curatrici dell'albo sono Paola Parazzoli e Giusi Quarenghi, la poetessa che spesso accompagna le nostre avventure poetiche con i suoi versi
"I
testi (Parazzoli e Quarenghi) sono perfetti: secchi senza essere noiosi o
aridi, colloquiali ma privi di concessioni a deliqui eco e/o pseudopoetici che
appesantiscono tanta letteratura per l'infanzia. Lo spazio alla poesia è
lasciato alla Poesia: da Montale a Pasternak a Jabès e via di questo passo. La
grafica, curata da Mariagrazia Rocchetti, è ottima: fa in modo che ogni
riga, ogni immagine si possa leggere, guardare nel migliore dei modi, in pieno
agio, senza distrazioni e interferenze, sciatterie o virtuosismi, mettendo in
luce, valorizzando, senza mai essere opprimente, eccessiva, incerta,
inesistente o gratuita. Insomma: Raccontare
gli alberi è un libro meraviglioso."
Ed ecco che i primi a cambiare sono proprio i disegni dei bambini stessi:
E come descrivere la meraviglia di poter lavorare con la china, in punta di pennino (macchie comprese)?