venerdì 24 maggio 2013

F come Federico





L’inverno si avvicina e i topini pensano alle scorte. Giorno e notte si danno da fare per raccogliere grano e noci. Tutti, tranne Federico. Lui è impegnato a raccogliere i raggi del sole per i gelidi giorni d’inverno, i colori per la grigia stagione fredda e le parole per quando rimarranno senza nulla da dirsi.

E finalmente l’inverno arriva…

Un inno alla poesia, in un mondo dominato dal fare.

 
Come incomincia:

 
“Lungo il prato, dove un tempo pascolavano le mucche, c’era un vecchio muro.

Fra le pietre del muro, vicino al granaio, cinque allegri topi di campagna avevano costruito la loro casa.

Ma quando i contadini avevano abbandonato la fattoria, il granaio era rimasto vuoto. L'inverno si avvicinava e i topolini dovettero pensare alle scorte. Giorno e notte si davano da fare a raccogliere grano e noci, fieno e bacche. Lavoravano tutti. Tutti tranne Federico

 
LIONNI L., Federico, Babalibri Milano 2005

LA CONSONANTE F

 
Proposte didattiche: lingua italiana

 
L’insegnante, dopo aver letto la storia, scrive alla lavagna il titolo (eventualmente completandolo con autore e casa editrice) e chiede ai bambini di ricopiarlo sul quaderno, per poi illustrare un passaggio significativo del racconto. Suggerisce agli alunni di lasciare almeno nove quadretti (considerando quelli da 1 cm) dal basso e di tracciare con la matita una linea, al di sotto della quale sarà possibile scrivere la didascalia.

I bambini che lo desiderano potranno lavorare in autonomia, gli altri si avvarranno dell’aiuto dell’insegnante nel momento della produzione scritta.

In alternativa, o in aggiunta, è possibile scansionare la copertina e distribuirne copia a colori rimpicciolita per ogni bambino.

 
Sotto verrà scritta una frase che contenga alcune F, ad esempio:
FEDERICO FA FUGGIRE IL FREDDO INVERNO
 
facendo scrivere o ripassare in rosso la consonante F.
 
In seguito l’insegnante proporrà agli alunni di drammatizzare la storia: a turno, cinque bambini interpreteranno i topi protagonisti, utilizzando il movimento corporeo ed i dialoghi.
 
Nomi propri
 
Dei topini della storia, l’unico ad avere un nome proprio è Federico: proponiamo ai bambini di trovare un nome per ogni topo. Attenzione, però: devono cominciare tutti con la consonante F, e possono essere sia maschili che femminili.
 
F come…
 
Ogni bambino pensa ad una parola che inizia con la consonante F, la dice ai compagni e tutti la scrivono sul quaderno. Se la parola contiene lettere non ancora conosciute, può essere accompagnata dal disegno, che ne facilita la lettura.
 
F come Frutta
 
Proponiamo ai bambini di pensare (ed eventualmente scrivere) i nomi dei frutti conosciuti.
 
Federico e i colori
 
Scriviamo alla lavagna la frase
IL TOPO FEDERICO RACCOGLIE I COLORI
e chiediamo ai bambini di ricopiarla sul quaderno. Poi chiamiamoli a turno perché dicano il nome di un colore. Scriviamolo alla lavagna, disegnando accanto una macchia del colore corrispondente.


Arte e immagine


 
Le illustrazioni di Lionni ben si prestano ad essere riprodotte dai bambini, anche con tecniche diverse. In questo caso, scegliamo con gli alunni una o più tavole e proponiamo loro di realizzare la preferita.

Con cartoncini di diverse tonalità di grigio (o con carta precedentemente dipinta dai bambini stessi) realizziamo il corpo dei topini disegnandone e ritagliandone la sagoma. Poi ritagliamo orecchie, coda, zampe ed aggiungiamole al corpo. Infine, intorno al soggetto principale, creiamo lo sfondo scelto, utilizzando la tecnica preferita (collage di carte e materiali diversi, acquarello, colori a tempera, pastelli...).

E’ possibile suggerire ai bambini di realizzare sequenze diverse, così da poterle unire in un unico libro, oppure creare un grande cartellone, da appendere in classe.

 

Matematica


 
I topini protagonisti della storia sono cinque. Lavoriamo sul numero 5, ipotizzando addizioni e sottrazioni (Quanti sono i topini senza Federico?) e utilizzando le immagini stesse del libro.

 

Geografia


 
E’ possibile lavorare sui concetti topologici: SOPRA – SOTTO il muro, DENTRO – FUORI il rifugio ecc… (ipotesi di schede che riprendano i concetti topologici).

giovedì 23 maggio 2013

Quante U!


L’uomo della luna porta sulla schiena un grosso sacco. L’uomo della luna guarda verso la Terra. L’uomo della luna cala una lunga corda color luna e pesca Sofia.

Ma cosa fa davvero l’uomo della luna? Nelle notti di luna piena butta manciate di polvere color luna e le onde si ritirano dalla riva, la gente che lavora di notte riesce a tenere gli occhi aperti anche se ha sonno, gli incubi si trasformano in sogni bellissimi, i bambini smettono di piangere e finalmente si addormentano.

Arrivederci alla prossima luna piena!

 
Come incomincia:

"A Sofia piaceva guardare la luna nel cielo, di notte. Le piaceva soprattutto nelle notti di luna piena, quando la luna ha la faccia tonda, grande e bianca. Perché era in quelle notti che, a guardare bene, sulla luna vedeva un uomo.

Era un uomo strano che portava sulla schiena un grosso sacco. Chissà cosa c’era dentro.

A volte l’uomo della luna si muoveva. Faceva due passi e spariva dall’altra parte della luna, quella che non si vede mai.”

 
MASINI B. – CECCOLI N., L’uomo della luna, Edizioni Arka

 

Cos’è successo al piccolo Luca? Svegliato da un rumore nella notte, si ritrova, bianco come il latte, nella luce della luna e finisce improvvisamente dentro una grande scodella di pasta fresca. Tre cuochi dall’aspetto vagamente conosciuto non ci pensano un attimo e sono pronti ad impastare e ad infornare, ma…

 
Come incomincia:

“Svegliato da un rumore nella notte Luca saltò fuori dalle coperte e gridò: -COSA SUCCEDE LAGGIU’ IN CUCINA!-

Ma improvvisamente scivolò nelle tenebre, fuori dal suo pigiama e bianco come il latte nella luce della luna finì in cucina dentro una grande scodella di pasta fresca.

I cuochi, vedendo cascare quella cosa bianca nella pasta, cominciarono subito a mescolare cantando: -LATTE NELLA FOCACCIA! LATTE NELLA FOCACCIA! GIRA, SBATTI, IMPASTA, IMPASTA!”

 
SENDAK M., Luca la luna e il latte, Babalibri

 

Confinato sulla Luna sin dalla notte dei tempi, il pallido uomo dela Luna si annoia e guarda la Terra con desiderio. Ma quando riuscirà a visitarla dovrà ricredersi: gli uomini è molto meglio vederli da lontano! Ora, però, bisogna che qualcuno lo aiuti a tornare indietro...

UNGERER T., L’uomo della luna, Nord-Sud

mercoledì 22 maggio 2013

U come Ughi




Gli Ughi sono tantissimi e, soprattutto, sono tutti uguali. Almeno finché Ruperto non decide di ricamarsi una bella maglia nuova.

Ed ora cosa faranno gli altri?

Come incomincia:

“Gli Ughi avevano una caratteristica: erano tutti uguali!
Erano tanti, tantissimi…
Avevano lo stesso aspetto…avevano gli stessi pensieri…e avevano le stesse passioni.
Finché un giorno, uno di loro –si chiamava Ruperto- ebbe l’idea di ricamarsi una bella maglia nuova.
La indossava dappertutto, e ne era MOOOLTO orgoglioso!
Non tutti, però, erano d’accordo con i suoi gusti…
JEFFERS O., Gli Ughi e la maglia nuova, Zoolibri

 
Proposte per la didattica: lingua italiana
La vocale U

Disegniamo alla lavagna gli Ughi, e chiediamo ai bambini di ricopiarne alcuni sul proprio quaderno.
Sotto l’immagine scriviamo in stampato maiuscolo:

GLI UGHI SONO TUTTI UGUALI

e chiediamo ai bambini di ripassare con un pastello colorato tutte le U.

Singolare/plurale

Osserviamo con i bambini il disegno di un unico Ugo: chiediamo loro se, essendo uno solo, anch’esso si chiami UGHI e riflettiamo insieme sulle risposte date (UGO/UGU/UGA)

Accanto all’immagine scriviamo   UN UGO = 1 UGO

A capo, disegniamo DUE UGHI = 2 UGHI, poi tre, fino ad arrivare a cinque/dieci.

Riflettiamo con i bambini circa il nome che compare accanto alla cifra/numero: solo in un caso è scritto UGO (al singolare); in tutti gli altri casi, dal due in avanti, troveremo scritto UGHI (al plurale).

Riproponiamo la stessa attività utilizzando altri semplici nomi, che inizino o contengano la vocale U: UOVO (facciamo notare ai bambini come il plurale non sia UOVI ma UOVA), UOMO (e anche qui la regola del plurale prevede un’eccezione), CUORE, LUPO, LUNA…

Se riteniamo che alcuni disegni siano troppo elaborati o lunghi da realizzare, predisponiamo delle immagini semplici che distribuiremo in fotocopia.

Tutti uguali?
Conduciamo i bambini in una riflessione sui concetti di UGUAGLIANZA/DIFFERENZA. Osserviamo attentamente le immagini che rappresentano gli Ughi: sono davvero tutti uguali!
Hanno tutti un corpo ovale, due braccia con due mani, due gambe senza piedi, un ciuffo in testa, due occhi e una bocca… In cosa sono uguali a noi? In cosa sono diversi?
Proviamo quindi a completare un Ugo e a renderlo un po’ più simile a noi: aggiungiamo piedi, naso, orecchie…
 
Poi chiediamo loro:

·         Anche voi siete tutti uguali?

·         In cosa siete uguali?

·         In cosa siete diversi?

 
Riflettiamo ora su ciò che i rende UGUALI. Osserviamo due bambini, scelti a caso tra i compagni ed elenchiamo ciò che li accomuna: le parti del corpo, l’età, la frequenza della stessa classe, magari la pratica  dello stesso sport…

Ragioniamo in seguito su ciò che li rende diversi: altezza, struttura fisica, forma del viso, occhi, capelli, mese e giorno di nascita, gusti alimentari, passioni o fastidi, amici o squadra del cuore, giochi e passatempi…

Concludiamo queste nostre riflessioni scrivendo sul quaderno:

 

NOI BAMBINI SIAMO UGUALI PERCHE’…

 
e riportando i pensieri dei bambini.

 

Realizziamo in seguito un cartellone in cui i bambini possano disegnare, accanto al proprio autoritratto, alcune delle cose che li rendono diversi dagli altri.

 
Ruperto e Gilberto

Quando Ruperto decide di ricamarsi una maglia nuova, diventando così diverso dagli altri, lo rimane però per poco: subito infatti Gilberto decide di emularlo, diventando egli stesso diverso, e perciò identico a Ruperto.

Chiediamo ai bambini se conoscono qualcuno o qualcosa che sia esattamente identico a qualcos’altro:

·         gemelli

·         scarpe

·         guanti

·         orecchini

·         giochi prodotti in serie…

 
Introduciamo quindi il concetto di COPPIA e PAIO  e suggeriamo tutti i possibili giochi realizzabili utilizzando i disegni realizzati dai bambini e fotocopiati.
 
Giochiamo con gli Ughi

Realizziamo l’immagine di un Ugo e distribuiamola in fotocopia doppia ad ogni bambino: la richiesta sarà di colorarne la maglia in modo identico. Queste doppie carte degli Ughi potranno in seguito essere utilizzate per realizzare due giochi: MEMORY e DOMINO.

Paroliamo
Utilizzando consonanti e vocali conosciute, scriviamo con le lettere dell’alfabetiere ed in seguito sul quaderno, tutte le possibili parole.

martedì 21 maggio 2013

Senza nome


In un post precedente scrivevo: “Tutti abbiamo un nome. [...] E anche se talvolta lo dobbiamo condividere con qualcun altro, (avremo sicuramente qualche nome doppio, o triplo, in classe!) il nome è nostro, ci appartiene e ci contraddistingue. È così importante che lo scriviamo addirittura con la lettera maiuscola."


 Topipittori - Senza Nome  - copertina

C’è anche, però, chi un nome non ce l’ha: è il protagonista di “Senza nome”, di Silvana D’Angelo e Valerio Vidali, Topipittori. Si tratta di un cane, che, pur adorando i nomi di personaggi famosi (Aramis, Shakespeare o Tiberio Gracco), trova che Baraban gli stia a pennello, ma si accontenterebbe anche solo di un semplicissimo Bill.
Il suo vero nome, invece, non lo sente da un pezzo, anzi, talvolta gli viene persino il sospetto di non averlo mai saputo: il suo padrone, infatti, sempre troppo affannato, stanco o distratto, lo chiama semplicemente “tu”, oppure “pigrone”, “sporcaccione” o “capriccioso”.
Ma il cane ha bisogno di trovare la sua identità, e così se ne va di casa; prima davanti a una pasticceria, poi accanto a una scolaresca che si appresta a partire per una gita, infine in biblioteca. Eppure, a sera, la sua ricerca è ancora infruttuosa; finché scopre che la sua fuga ha finalmente scosso il suo padrone, al punto da costringerlo a tappezzare i muri della città di richieste di aiuto: ed eccolo lì, il suo NOME.

Come finisce:
“Che buffa cosa, un nome. In fondo in fondo, di cosa è fatto?
D’aria. Poche lettere appena.
Ma senza nome, chi lo sa se c’ero veramente?”

D’ANGELO – VIDALI, Senza nome, Topipittori


Ci sono molte riflessioni possibili a margine di questo albo: il nome proprio (ma anche quello comune) e la sua importanza. La scelta di un nome, il suo signficato. Il desiderio, talvolta, a seconda di umori o di esperienze, di cambiare il proprio nome. La distinzione tra nomi "importanti" e nomi più umili. I nomi scintillanti dei prodotti che ogni giorno ci assordano dalla tv. I nomi nuovi dei bambini che arrivano da lontano, e che qui trovano casa. Il diritto ad avere un nome. La ricchezza di nomi che si può trovare in una biblioteca. E, su tutto, l'amore contenuto in un nome, scelto apposta per noi; un amore, però, da non dare mai per scontato, e da nutrire di gesti e parole.
Non so se serva spiegare tutto questo ad un bambino: forse, basta leggere il libro...
 


 


 

lunedì 20 maggio 2013

Nonni e nonne





Una storia sull’amore tra generazioni. L’avventura di una vita narrata tra le siepi e gli animali di un giardino incantato.

Come incomincia:

“È nato tanto tempo fa…
Prima dei computer, dei cellulari e della televisione.
È cresciuto in una fattoria con i maiali, il grano, le carote…
e le uova.
Quando faceva la quarta si è preso la rosolia (non dalle rose).
È dovuto rimanere a casa da scuola. Così ha letto storie di giardini segreti, di maghi e di piccole locomotive.”
SMITH L., Nonno Verde, Rizzoli



Che buffi i nonni, sempre così arzilli e pieni d'iniziative. Il nonno è inseparabile dal suo bastone, e pure dalla nonna, e lei non molla mai le sue vecchie calze. Se c'è da fare una riparazione, da inchiodare, da legare o da stringere, il bastone o le vecchie calze diventano la soluzione a tutto. Le calze della nonna sono come un filo magico che lega i nonni l'uno all'altra e che tiene insieme tutte le cose della casa. Solo alla pioggia che passa dal tetto, i nonni non hanno ancora trovato un rimedio... Poi un'estate, i nipotini pitturano con le tempere le tegole di un capanno crollato e alle prime piogge al nonno salta in mente di metterle sul tetto della casa, per tappare i buchi - che sorpresa meravigliosa per la nonna, quando in casa ha trovato una pioggia di colori!


Come incomincia:

“Questo qui era il bastone di mio nonno.
E questo era mio nonno, sempre in affanno e zoppicante.
Il bastone seguiva mio nonno dappertutto, erano amici inseparabili.
A mio nonno, invece, piaceva seguire mia nonna.
Loro due s’ingegnavano a usare le cose in un modo curioso.
Mentre il nonno maneggiava il suo bastone, la nonna armeggiava con le calze.
Le calze della nonna erano il filo magico che teneva insieme loro due e tutte le cose della casa.
Le calze della nonna erano la soluzione a tanti problemi, ma non a tutti.

SQUILLONI A., A casa dei nonni, Donzelli




Un inno alla vita che scorre e attraversa le sue fasi senza mai fermarsi, proprio come un corso d’acqua. Il ruscello è come un testimone che il nonno passa al nipotino, e che lo accompagnerà dai giochi e le paure dell’infanzia, ai fremiti e alle incertezze dell’adolescenza, fino alle scelte e alle sicurezze dell’età adulta. Un ruscello che è come un ponte gettato tra le generazioni, un invito alla lettura insieme: nonni e nipoti, genitori e figli.

Come incomincia:

“Un giorno mio nonno mi ha donato un ruscello
Lo teneva stretto in mano
All’orecchio gorgogliava dolcemente
Un fremito leggero d’ali di libellule

 Io l’ho nascosto sotto al letto
Lo sciabordio scacciava il buio e gli incubi
A un tratto ha cominciato a crescere
Ad allargare i gomiti e le anse…”

PERRET – FRONTY, Un giorno mio nonno mi ha donato un ruscello, Donzelli



















Giovanni attende il nonno all’uscita da scuola, ma, ecco, tutti i compagni ormai se ne sono andati e il nonno ancora non arriva. Gli ha promesso una sorpresa: vuoi vedere che si è trasformato in quel gatto arancione a strisce rosse che avanza verso di lui, sul muretto, o nel barboncino nero, anzi, grigio, come la barba del nonno, o ancora in quel picione che cerca briciole tra i sassi?

Come incomincia:

“Ecco il cigolio: il cancello si apre e i bambini si voltano a guardare. I genitori entrano nel cortile della scuola, e quasi si spingono per essere i primi.

Quando un bambino vede la mamma o il papà, si alza e gli corre incontro, e le sue scarpe, sui sassi bianchi del cortile, fanno un suono di maracas. Poi ci sono baci e carezze sui capelli:
-Com’è andata?

-Hai mangiato?

-Hai fatto il bravo?

Ci sono sorrisi e mani che fanno ciao.

Giovanni è seduto sul muretto e guarda il cancello per vedere se arriva il nonno. –Oggi verrò a prenderti a scuola- gli ha detto stamattina –e ti farò una sorpresa.

Una sorpresa: che cosa sarà? Impossibile indovinarlo, perché le sorprese del nonnno sono sorprese vere, che uno nemmeno se le immagina.”

CINQUETTI N., Questa sì che è una sorpresa!, Lapis

Nonno Nino un tempo era davvero un tipo avventuroso, mica come adesso che sta dietro al bancone della farmacia a vendere sciroppi e aspirina! Solcava i mari a bordo di un peschereccio oceanico e una volta approdò persino su un’isola che non era un’isola, ma un’enorme balena che dormiva da secoli in mezzo all’oceano.
Ma sarà proprio tutto vero ciò che nonno Nino racconta? A giudicare da come gioca col gatto, sì!
Come incomincia:
“Il mio nonno fa il farmacista e passa la giornata a vendere sciroppi e aspirina o a dare consigli su come curarsi il mal d’orecchi, la tosse, i calli o gli orzaioli.
Ma non è sempre stato così e a me racconta spesso le sue straordinarie avventure.
Una volta, sulla spiaggia, per esempio, mi ha raccontato di quando, da giovane, si era imbarcato su un peschereccio oceanico.
Pescavano sogliole giganti nell’Oceano Pacifico e restavano fuori per tre mesi senza mai toccare terra. Un giorno, mi ha raccontato, avvistarono un’isola su cui cresceva un meraviglioso boschetto pieno di piante mai viste. Misero in mare un canotto e vi sbarcarono per esplorarla.”
MARINIELLO C., Le straordinarie avventure di nonno Nino, Battello a vapore
SCARRY R., Tanti auguri, nonna!, Mondadori

domenica 19 maggio 2013

Nuno, Nino, Nico...


Utilizziamo le sillabe NO/NA/NE/NI/NU come iniziali o finali per formare semplici parole.
Per stimolare i bambini in questa ricerca, proponiamo alcune semplici storie.


Il piccolo leone Nuno sta camminando nella savana con il suo papà, il re degli animali, quando questi viene colpito da una roccia. Dapprima spaventato, Nuno capisce poi che deve raccogliere la corona del padre e, seguendo il suo insegnamento, cercare di risolvere tutti i problemi che ci sono tra gli animali della savana. Ma quanto è difficile per un piccolo re! A sorpresa torna in scena il papà leone che, abbracciando il piccolo Nuno, riprende i suoi compiti regali.

RAMOS M., Nuno il piccolo re, Babalibri

 
Il pagliaccio Nino è molto bravo a far ridere il pubblico. Ma improvviso lo assale un timore: “Forse le persone ridono di me!”
Cerca così un’altra occupazione nel circo, ma il suo destino sembra proprio essere fare il pagliaccio.
Sarà il direttore del circo a trovare una piacevole soluzione alle sue preoccupazioni.

Come incomincia:

“Ogni sera Nino, il pagliaccio del circo, si siede davanti al suo specchio. Prima si trucca il viso tutto di bianco, poi si disegna le guance rosse e alla fine si mette il naso da pagliaccio.”
 
 
 BATTUT E., Nino il pagliaccio, Bohem Presse


 
Nico ha sempre sognato di essere un cavaliere. In un solaio ha trovato una tunica, un elmo e una spada. Adesso è vestito da prode cavaliere, gli manca solo il cavallo. Ma non ci sono cavalli all’orizzonte, c’è solo Pelosone che dorme davanti a casa come al solito. Per fortuna è un cane gentile e accetta di diventare il suo destriero. Ora manca solo un nemico da attaccare. Ma non ci sono nemici all’orizzonte. Nico propone allora di attaccare una mucca, poi una topolina, ma Pelosone si rifiuta: sono creature pacifiche e innocenti. Sarà l’incontro con il grande lupo cattivo a dare l’occasione ai due amici di dimostrarsi all’altezza di un prode cavaliere e del suo destriero.

C. VALCKX, Nico Pennacchio, Babalibri


Nino Giallo Pulcino è il soprannome di un vitellino molto particolare che fin dalla nascita si distingue da tutti gli animali della fattoria. Una storia delicata pensata per aiutare grandi e piccoli ad affrontare una malattia rara.

RIGATTI – BEGHELLI, Nino Giallo Pulcino, Carthusia

venerdì 17 maggio 2013

Ancora NO!



L’orsetto Bartolomeo non vuol proprio saperne di andare a dormire, e risponde NO! ad ogni insistenza di Giorgione…anche quando ormai sbadiglia sotto le coperte.

Come incomincia:
"Per Bartolomeo è giunta l’ora di andare a dormire.

-Ba, è ora di andare a letto- dice Giorgione.

-No- risponde Bartolomeo

-Lavati i denti e vai a letto- dice Giorgione.

-No!- risponde Bartolomeo.

Hai già finito di lavarti i denti, Ba?

-No!- risponde Bartolomeo, cominciando a piagnucolare.”

MILLER V., A dormire!, Editrice Piccoli



Per Marco è il primo giorno di scuola, ma il piccolo orsetto non ne è per niente entusiasta. “No!” risponde ad ogni domanda di mamma e maestra…anche quando, dopo una lunga e divertente giornata, la mamma gli chiede se sia pronto per tornare a casa.

Come incomincia:

“Oggi Marco va a scuola per la prima volta. –Vedrai- dice la mamma –la scuola è bellissima.

-Guarda: lì c’è la tua classe e qui si appende la giacca. Me la dai?

-No- risponde Marco.

-Buongiorno- dice la maestra. –E così tu sei Marco?

-No!

-Su- dice la mamma –cerca di essere bravo. Più tardi verrò a prenderti. Mi dai un bacio?

-No! “

D’ALLANCE’ M., No, no e poi no!, Babalibri






Simone e il suo fratellino Gaspare hanno costruito una supermega capanna. Ma ora è tempo di rientrare a casa. Quando è il momento di addormentarsi «Ahhh!» Gaspare si accorge di aver dimenticato la sua copertina nella capanna. E senza copertina, NO, NIENTE NANNA! Simone non riesce a convincerlo ad aspettare l’indomani e allora: «Gaspare! Dammi il mio mantello!» È deciso. È tempo per Simone di dimostrare al suo fratellino che lui è un Superconiglio. Certo, l’incontro con il mostro non se l’aspettava neanche il supereroe Simone…

Come incomincia:

"Oggi Simone e il suo fratellino Gaspare hanno deciso di costruire una GRANDE MEGA GIGA SUPER capanna...
Dopo aver trovato il posto adatto, Simone spiega a Gaspare il suo progetto. Bisogna prendere una GRANDE coperta. -L'attacchiamo laggiù-, dice Simone. 
-Sì, latachiamo giù!- grida Gaspare."

BLAKE S., No, niente nanna!, Babalibri