sabato 25 aprile 2015

Libertà






Libertà

Su i quaderni di scolaro
Su i miei banchi e gli alberi
Su la sabbia su la neve
Scrivo il tuo nome
Su ogni pagina che ho letto
Su ogni pagina che è bianca
Sasso sangue carta o cenere
Scrivo il tuo nome
Su le immagini dorate
Su le armi dei guerrieri
Su la corona dei re
Scrivo il tuo nome
Su la giungla ed il deserto
Su i nidi su le ginestre
Su la eco dell'infanzia
Scrivo il tuo nome
Su i miracoli notturni
Sul pan bianco dei miei giorni
Le stagioni fidanzate 
Scrivo il tuo nome
Sopra i vetri di stupore
Su le labbra attente
Tanto più su del silenzio
Scrivo il tuo nome
Sopra i miei rifugi infranti
Sopra i miei fari crollati
Su le mura del mio tedio
Scrivo il tuo nome
Su l'assenza che non chiede
Su la nuda solitudine
Su i gradini della morte
Scrivo il tuo nome
Sul vigore ritornato
Sul pericolo svanito
Su l'immemore speranza
Scrivo il tuo nome
E in virtù d'una parola
Ricomincio la mia vita
Sono nato per conoscerti
Per chiamarti
Libertà.

Paul Éluard



venerdì 24 aprile 2015

PoeSCIE...con gente che nasce, scimmie, bisce, pesci




La gente nasce

La gente nasce
esce dall’uovo-terra
esce dalla mamma.
La gente cresce
gioca nell’erba, parla,
si ammala, guarisce.
La gente cambia
guarda, arrossisce
manda baci, dà baci.
La gente si unisce
lavora, capisce, non capisce
cerca di esser felice.
La gente fa figli
o non fa figli
tenta qualcosa, riesce, non riesce.
La gente invecchia
ricorda, si riposa
ride, piange, si assopisce.
La gente tossisce
lascia la gente, muore
esce dal tempo
rientra nell’uovo-terra.
La gente torna
nella terra-mamma.

PIUMINI R., IO mi ricordo quieto patato…, Nuove Edizioni Romane








Filastrocca dei versi delle bestie

Cosa dice quell’uccello che garrisce?
Cosa risponde quell’elefante che barrisce?
Che ne pensa quel cavallo che nitrisce?
Che vuol dire quel leone che ruggisce’
Sono tutti chiacchieroni, dai gorilla ai calabroni
Tutti parlano, però chi li capisce?

TOGNOLINI B., Rima rimani, Salani








lascia che scivoli
la scimmia moscia
lungo la fascia con la camoscia
la scimmia scivola
la fascia è liscia
ma sulla sciabola
c’era una biscia

MUNARI B., Alfabetiere, Corraini



















Cola Pesce

Si è tuffato Cola Pesce
in fondo al mare
e più non esce.
Era sceso per cercare
il diamante del suo Re.

Piange il Re
piange dolente.
Piange per Cola
o per il diamante?

FORMENTINI P., C’era c’è e ci sarà, Nuove Edizioni Romane











Una biscia, a Brescia, lascia
il tempo che trova;
se attraversa sulle strisce
nessuno la approva.


Se all’alba l’erba è viscida
la biscia liscia scivola
dalla cima del Tuscolo
senza muovere un muscolo.


Se ad Altopascio piove a scroscio i mosce-
rini non sono scemi: vanno a sciami
a comprarsi l’ombrello e le calosce.


Se moscerini scemi vanno a sciami
da Pescia ad Altopascio e piove a scroscio
la gita va a finire a scatafascio.


SCIALOJA T., Quando la talpa vuol ballare il tango, Mondadori






Formula per far crescere

Stagioni vengono, stagioni vanno
Sole padrone, luna madrina
Cresci di un giro, tronco dell’anno
Cresci di un giorno, piantina!


TOGNOLINI B., Le filastrocche della Melevisione, Gallucci







1 aprile

Filastrocca del PESCE D’APRILE
che è un pesciolino primaverile,
non sta nel fiume, non sta nel mare
non ha neppure imparato a nuotare:
ma anche quando non sono in vena
me lo ritrovo…attaccato alla schiena!


CODIGNOLA N., Millanta, la gallina canta, Fatatrac








CIPITI’

Cacciatore caccia camosci,
calciatore calcia cosce,
cavalieri cavalca così:
e io cerco solo una C.

Pescatore prende pesce,
pastorello pecora pasce,
pisellino piscia pipì:
e io prendo solo una P.

Tartufaio trova tartufi,
tessitore tesse tessuti,
topo timido trasalì:
e io trovo soltanto una T.

PIUMINI R., C’era un bambino profumato di latte, Mondadori









Scimpanzè

Hai mai visto
scimpanzé
zoppicare?

È perché
stanno sempre sulle piante

Caviglie slogate
ginocchia sbucciate

Nel regno delle scimmie
non sono tante.


Biscia

Hai mai visto
una biscia sulla scia
di un camoscio
che scia?

Anziché starnutire
col naso
ghiacciato

preferisce dormire
su un sasso
assolato.

McGOUGH R., Bestiario immaginario, Gallucci





C’era una svolta pericolosa
soprattutto quand’è scivolosa:
molte macchine spericolate
su quella curva si son rovesciate.
Ma il papà furbo la prende pian piano
e anche stavolta ce la caviamo.

CELLA L., Un monello sul cammello, Edizioni Elle

giovedì 23 aprile 2015

Noi poeti: Filastrocca dei versi delle bestie

Mi piace davvero il linguaggio semplice e profondo della poesia: lo ritengo capace di parlare una lingua potente, che si radica dentro chi legge, o ascolta, rilasciando echi perpetui, che si allargano come i cerchi di un sasso gettato nell’acqua.

Tendo a rifuggire i percorsi di poesia preconfezionati o concentrati in un determinato periodo; amo che la poesia faccia parte della vita quotidiana, mia come dei miei bambini.

Ieri abbiamo letto, e trascritto, la Filastrocca dei versi delle bestie, tratta da

Rima rimani


di Bruno Tognolini, Salani






 


I bambini hanno immediatamente intuito uno dei miei scopi: “L’hai scelta perché ci sono tante sce”.

Era vero solo in parte: l’ho scelta anche per ricordare di nuovo i versi degli animali, e i verbi che li esprimono. E l’ho scelta soprattutto perché si prestava a lavorare in modo semplice ed efficace ad una rielaborazione collettiva del testo.

Infatti ho spiegato loro che avremmo tenuto la struttura della poesia (la parte iniziale di ogni verso) per cambiare gli animali protagonisti. Cambiando i soggetti, sarebbero però cambiati anche i relativi verbi, e questo è stato il primo problema da affrontare.

Pensate a un animale. “L’asino”
Cosa fa l’asino? “Raglia” “Ma raglia non finisce con sce”
Allora bisogna cambiare animale.
“La mucca” E cosa fa la mucca? “Muggisce” Perfetto, il primo verso è completato.

Continuiamo:
“Il delfino” “Che verso fa il delfino?” E chi lo sa? Nemmeno la maestra, e neppure internet risolve il problema.
“La balena” “Le balene non fanno versi, cantano” “I pesci”
“Il cane” “Il cane abbaia” “Non va bene” .
È vero, però, quando il cane piange, o si lamenta, o soffre, si dice che guaisce.
“Guaisce va bene”
Abbiamo anche il secondo verso.

“Il gatto” “Miagola” “Non va bene”  E il nemico del gatto? “Il cane” “Il topo” Cosa fa il topo? “Squittisce”

Per il quarto verso è stato decisamente più difficile: ho suggerito il cervo che bramisce, il grillo che frinisce…ma poi è arrivato il maiale che grugnisce, e ha battuto tutti gli altri.
Scimmie e pavoni sono stati individuati in fretta come animali chiacchieroni, e la nostra filastrocca si è potuta felicemente concludere: