dell’inimitabile Eric Carle.
Come incomincia:
“In una fattoria viveva un
vecchio signore. Possedeva solo pochi animali. Li poteva contare sulle dita di
una mano. Così decise di chiamarli Uno, Due, Tre, Quattro e Cinque.
Vicino alla stalla c’era
un piccolo albero. Il vecchio signore lo chiamò Albero. Ogni volta che passava
di lì lo salutava dicendogli: -Buongiorno Albero!”
CARLE
E., Sogno di neve, Il Castoro
Ricordavo di averlo già
letto ai miei alunni del ciclo precedente, proprio in prima, e di aver
realizzato con loro la nevicata che ricopre il paesaggio.
Siccome non amo i “lavoretti”
(la parola stessa mi causa un’insopportabile orticaria), da sempre, per Natale,
con i miei alunni realizziamo solo i biglietti augurali, cercando di renderli il
più possibile originali e personalizzati.
Quest’anno è stato proprio
Sogno di neve a darmi l’idea; come dicevo stamattina ai bambini: “La maestra non inventa nulla, però conosce
tanti libri, e quindi è diventata brava a copiare!”
Abbiamo realizzato i biglietti illustrando e colorando con i pennarelli un cartoncino
ottenuto ritagliando il foglio da disegno F4 in formato A4, piegato a metà. Poi
abbiamo incollato al centro il cartoncino con la sagomatura delle pieghe per l’effetto
pop-up;
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