“Quelli che mi lasciano proprio senza fiato sono i libri che
quando li hai finiti di leggere e tutto quel che segue vorresti che l'autore
fosse tuo amico per la pelle e poterlo chiamare al telefono tutte le volte che
ti gira.”
Ecco, io vorrei essere amica per la pelle di Shel
Silverstein, vederlo ogni tanto per merenda e farci delle gran chiacchierate.
Ogni
suo libro è un’autentica scoperta, colma di sorprese e trovate geniali. Come
definire altrimenti opere come “Strada con uscita”, “Chi vuole un rinoceronte a
un prezzo speciale?” o l’ultimo, “Alla ricerca del pezzo perduto”?
Chissà quanti di noi sono alla perenne ricerca di
un pezzo perduto. E, cercando, talvolta cantano, chiacchierano, annusano,
osservano. Poi, una volta trovato il pezzo, l’unico che può colmare le nostre
imperfezioni, ci accorgiamo improvvisamente che forse non siamo più noi, che l’improvvisa
completezza, l’assoluta perfezione, non hanno reso migliore la nostra vita. Ma
quanti, a questo punto, avranno il coraggio di rinunciare a quel pezzo, per
tornare alla vita imperfetta di prima?
Come incomincia:
“Aveva perduto un
pezzo. E non era contento.
Così partì in cerca
del suo pezzo perduto.
E rotolando rotolando
cantava una canzone:
-Oh, vado in cerca del
mio pezzo perduto
Alla ricerca del mio
pezzo perduto
Ullallà, via che si
va,
Alla ricerca del pezzo
perduto!”
SILVERSTEIN S., Alla ricerca del pezzo perduto, Orecchio
acerbo
Sul sito della casa
editrice,
http://www.orecchioacerbo.com/editore/index.php?option=com_oa&vista=appro&libri=Alla%20ricerca%20del%20pezzo%20perduto utilissimi
suggerimenti per gli insegnanti che desiderino proporre questo libro, e le
riflessioni che ne seguiranno, ai propri alunni.
Noi, dopo aver letto “Alla
ricerca del pezzo perduto”, siamo partiti alla ricerca delle parole con le
doppie, attraverso un lavoro a coppie
correggendo gli errori
Poi
abbiamo impostato in classe un lavoro che è stato proseguito come compito (le prime parole di ogni riga sono state
suggerite durante l’attività collettiva, le seconde sono state scritte
individualmente a casa)
Infine,
ieri, ogni bambino ha lavorato in completa autonomia per venti minuti,
recuperando nella memoria il maggior numero possibile di parole con le doppie.
Un
bambino mi ha chiesto: “Ma se io mi ricordo le parole che ho scritto per compito,
posso usarle?
Certo
che puoi usarle: hai capito perfettamente a cosa servono i compiti per casa!
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