Ieri in Fiera ho rivisto Giusi Quarenghi, e mi sembra bella la coincidenza che il libro del post di oggi sia suo.
Mi piacciono molto le storie durante le quali ai bambini viene istintivo esclamare “Anch’io! Anch’io!” perché permettono a tutti di raccontare e raccontarsi, utilizzando la narrazione del proprio vissuto come mezzo di comunicazione e di relazione con gli altri.
Mi piacciono molto le storie durante le quali ai bambini viene istintivo esclamare “Anch’io! Anch’io!” perché permettono a tutti di raccontare e raccontarsi, utilizzando la narrazione del proprio vissuto come mezzo di comunicazione e di relazione con gli altri.
è la storia in rima di disavventure ben note ad ogni bambino: cadute, scottature, graffi, botte (o
gibolli, come li chiamano loro).
Pare che i genitori, per
stare relativamente tranquilli, dovrebbero tener lontano i figli dalla
bicicletta: la maggior parte dei capitomboli ascoltati in questi giorni sono
avvenuti infatti dalla sella delle due ruote!
Neppure il letto si rivela un luogo sicuro, per non parlare di campi da calcio, parchi--gioco, scale e scale mobili: insomma, a volte il mondo è davvero pericoloso!
E per finire, mi piace
tantissimo osservare come le tre righe sotto il disegno ad alcuni bambini ormai
non bastino più: è così che si diventa scrittori!
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