Mentre preparavo l’attività
per oggi (da IO SONO a IO SO), mi sono ricordata di un libro letto qualche mese fa, e che mi aveva
molto colpita, perché parla ai bambini che sembrano nascondersi dietro i “Non
sono capace”. Tutti noi abbiamo in mente almeno uno di questi bambini; forse
qualcuno di noi lo è stato da piccolo, e sa quanto possa far male sentirsi
inadeguati, in parte o totalmente.
Parlare di quel che ancora non si sa fare pone le basi per la consapevolezza dei propri limiti, finalizzata però al raggiungimento di obiettivi più alti.
Parlare di quel che ancora non si sa fare pone le basi per la consapevolezza dei propri limiti, finalizzata però al raggiungimento di obiettivi più alti.
Leo è un cucciolo di tigre
che sembra non saper fare proprio nulla: non sa leggere, non sa scrivere, non
sa disegnare né parlare; non sa neppure mangiare correttamente! Papà Tigre è
molto preoccupato, ma per fortuna la mamma è più ragionevole: Leo ha solo
bisogno, come un fiore tardivo, di tempi più lunghi. E finalmente, un mattino
di primavera…
Come incomincia:
“Leo non sapeva fare
proprio niente.
Non sapeva leggere.
Non sapeva scrivere.
Non sapeva disegnare.
Mangiava come un bambino
piccolo.
Non sapeva dire una
parola.
-Che cosa avrà Leo?- domandava
suo padre.
-Non ha niente-,
rispondeva sua madre. –Leo è lento a sbocciare. È un fiore tardivo.
-Meglio tardi che mai-,
pensava il padre.”
KRAUS
R., Leo, Babalibri
Ecco le frasi più significative del lavoro di questa mattina:
IO SO GIOCARE
IO SO NUOTARE
IO SO ARRAMPICARMI
IO SO SOLLEVARE COSE PESANTI
IO SO LAVORARE
IO SO FARE GINNASTICA
IO SO BALLARE
IO SO IMPARARE
IO SO ANDARE IN BICI
IO SO STUDIARE
IO ANCORA NON SO…
SCRIVERE IN CORSIVO
GUIDARE
GONFIARE IL PALLONCINO
LEGGERE
PARLARE ALTRE LINGUE
Un acceso dibattito è scaturito alla frase IO NON SO GUIDARE. Alcuni bambini hanno affermato con sicurezza di aver già guidato, e non solo con mamma e papà: uno di loro è sicuro di aver guidato da solo l’auto del nonno e di avergliela ammaccata!
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