di Chiara Armellini, Topipittori.
Sostengo da sempre che i
libri possono tutto: anche aiutare un’insegnante particolarmente negata a trasmettere in modo quantomeno dignitoso tecniche e contenuti di una materia (disciplina, educazione,
chiamiamola come vogliamo) in cui non sia particolarmente versata.
Non è un segreto per
nessuno: se nella scuola secondaria i professori insegnano materie su cui hanno
scelto di specializzarsi, e che dovrebbero conoscere, amare, rispettare,
trasmettere con passione, nella scuola primaria capita talvolta che l’assegnazione
delle discipline agli insegnanti sia arbitraria: si entra in un team e si “prendono”
le materie che il collega prima di noi ha lasciato.
A me è andata benissimo:
in arrivo dalla scuola dell’infanzia, dopo 14 anni vissuti con i “nani”, ho trovato
"libero" italiano. Con l’aggiunta, però di arte e immagine, musica, motoria:
educazioni in cui passione e competenza dovevano quantomeno essere educate.
I libri mi hanno molto
aiutato in questo: e “Ti faccio a pezzetti” ne è uno splendido esempio.
Lo sfoglio, e per l’ennesima
volta penso a quale mole di pensiero, studio, tecnica, competenza, estro ci sia
dietro ad un singolo libro (stavo per scrivere “ad ogni singolo libro”, ma,
davvero, non è sempre così): la scelta dei caratteri
del testo, della loro grandezza, dei colori dello sfondo, la scomposizione e
ricomposizione di ogni animale, la produzione poetica che permette ad un
bambino, anche piccolo, associando i pezzetti alla parola ascoltata e letta, di
indovinare quasi musicalmente di chi si stia parlando e quale forma prenderanno i
pezzetti, una volta ricomposti…
C'è qualcosa di magico in tutto questo, e mi chiedo come, a mia volta, trasmettere questa magia, senza imbrigliarla dentro la lettura e una banale ricopiatura di immagini...Una bella sfida, tenendo conto di quanto siano limitate le mie capacità: ma ecco che le tanto bistrattate nuove tecnologie vengono in mio soccorso, e così cerco sul blog dei Topi tutti i post correlati con questo libro:
C'è qualcosa di magico in tutto questo, e mi chiedo come, a mia volta, trasmettere questa magia, senza imbrigliarla dentro la lettura e una banale ricopiatura di immagini...Una bella sfida, tenendo conto di quanto siano limitate le mie capacità: ma ecco che le tanto bistrattate nuove tecnologie vengono in mio soccorso, e così cerco sul blog dei Topi tutti i post correlati con questo libro:
Leggo, osservo
attentamente le immagini, cerco di capire come permettere ai bambini di
ottenere i risultati migliori (credo non ci sia nulla di più frustrante che
lavorare tanto, con impegno, possibilmente divertendosi, e doversi poi
accontentare di un risultato medicre, lontanissimo dalle aspettative).
Mi consulto con gli esperti (mia sorella ne capisce molto più di me, ma continua a ripetere che tanto io chiedo, e poi faccio quel che voglio!)...
Infatti: lei mi consiglia di preparare le carte colorate a tempera, utilizzando tecniche diverse (pittura, stamping, stencil, spugnatura...). Mi sembra una splendida idea, la cui realizzazione richiederebbe però molto tempo, soprattutto tenendo conto che sono sola con 25/29: forse per iniziare posso accontentarmi della tecnica mista: ritaglio
di carte diverse + pennarelli o pastelli.
Ed
ecco alcuni tra i primi risultati:
A me sembrano molto belli, ma, si sa, sono un po’ di
parte…
P.s. n°1 Durante la lettura, inframmezzata da cori
entusiastici ogni volta che qualcuno riconosceva l’animale prima dell’assemblamento
dei pezzi o durante la lettura della filastrocca, un bambino ha esclamato,
molto seriamente: “ È molto bello, questo libro!”
Credo non esista riconoscimento migliore per un autore…
P.s. n°2 Mentre mostravo ai bambini la copertina e il titolo del libro, una bambina ha esclamato: "È come la parola di Pezzettino, ma mancano due lettere" e un altro "Ti faccio a pezzetti si dice anche quando si fa la lotta!". Questa è davvero riflessione sulla lingua!
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