Siete alla ricerca di un regalo natalizio per i più piccoli? Il libro di oggi è tutto dedicato a loro.
Generalmente diffido di albi con cacche, pipì e mutande
nel titolo - parto dall’idea che nessuno potrà mai essere all’altezza dell’illustre
predecessore,
Chi me l’ha fatta in testa?
ma davanti a questo libro
non ho potuto restare indifferente.
Le mutande di Orso Bianco
di
tupera tupera (pseudonimo adottato da Tatsuya Kameyama e Atsuko Nakagawa),
Salani
mi ha chiamato tra tutti i
libri esposti sugli scaffali reparto Ragazzi della libreria di un centro commerciale.
Sicuramente la bandella a forma di mutanda strategicamente posizionata in
copertina ha fatto il suo. Ma che dire del muso di Orso Bianco, in cui tutto è
perfettamente simmetrico, e soprattutto della sua espressione smarrita e
preoccupata?
La storia è semplice: l’orso
polare ha smarrito le sue mutande, e l’amico topo si offre di aiutarlo nella
ricerca. Da questo momento, i due si troveranno di fronte mutande diverse per
dimensioni e fantasia; medie a strisce, enormi e decorate da dolciumi,
minuscole a fiorellini, rosa per amanti dei topi, a pois azzurri con dieci
buchi per le zampe o indossate come berretto e decorate con deliziose carote.
Naturalmente, nessuna di
queste mutande appartiene all’orso polare… Ma allora, dove saranno finite le
mutande (bianche) di Orso Bianco?
Un libro delizioso, perfetto
per i più piccoli e, credo, soprattutto per quelli alle prese con il delicato
passaggio dai pannolini alle mutande.
Come incomincia:
“Dove
saranno finite?
L’orso
polare è disperato.
“Che
succede?”
Il
topo, suo amico, è corso da lui preoccupatissimo.
“Ho
perso le mie mutande!”
“Oh,
no! Quali ti eri messo, oggi?
“Non
me lo ricordo più…”
“Stai
tranquillo, le troveremo.
Ti
aiuto io a cercarle!”
“Grazie!”
tupera tupera, Le mutande di Orso Bianco, Salani
Nessun commento:
Posta un commento