Filastrocca
delle mani,
mani
grosse, mani fine
per
suonare il pianoforte,
per
pulire le zucchine.
Delle
mani del vecchietto
che
si vede ogni mattina,
del
ragazzo col suo libro
steso
sopra la panchina.
Delle
mani indaffarate
che
si muovono nei bar,
delle
mani silenziose
nelle
borse dentro i tram.
Filastrocca
senza mani
per
andare in bicicletta,
per
restare in equilibrio
e
annusare i tulipani.
Per
fischiare per la strada
con
le mani nelle tasche,
per
sognare ad occhi aperti
mentre
ronzano le mosche.
Filastrocca
a quattro mani
Per
piegare il copriletto,
per
giocare a rubamazzo
e
ballare un valzer lento.
Filastrocca
per contare,
per
i giochi di prestigio,
per
coprirsi quando piove,
mentre
intorno tutto è grigio.
Per
piantare l’insalata
e
dal treno salutare,
per
cercare nei cassetti
ed
il mondo disegnare.
Filastrocca
per i guanti
che
proteggono dal freddo,
per
le mani insaponate
messe
sotto il rubinetto.
Per
le mani vanitose
che
si coprono d’anelli,
per
le mani innamorate
che
ti arruffano i capelli.
Per
le mani che raccontano
la
storia della gente,
tante
storie in tanti gesti
e
ogni mano è differente.
Per
le mani tue preziose
che
sorridon come gatti,
che
si accoccolano al caldo
e
mi piacciono da matti.
PAOLUCCI
– CELIJA, Filastrocca delle mani, Topipittori
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