Da qualche giorno desideravo avere questo libro tra le mani.
FRIOT B., Gli invitati, Clichy
Sono tornata dal mare da pochissimo , e questa
mattina, finalmente, leggo che Tommaso ne ha due copie in negozio. Mi precipito.
Ora sono qui, davanti al
computer, e lo sfoglio per la prima volta. Ho voglia di scrivere tutto quello
che mi passerà per la mente.
Perché desideravo tanto
questo libro?
Per le recensioni entusiastiche, certo. Per la copertina, che mi ha attratto irresistibilmente, fin da subito, con quel rosa acceso (fuxia?), il giallo, il bianco e il rosso, a definire finestre, persiane, porte, locali di una casa. Anche il tetto, certo, è rosso (perché, voi come lo coloravate da bambini?). Perché è opera di Bernard Friot, e non vedevo l’ora di scoprire cosa si fosse inventato questa volta.
Per le recensioni entusiastiche, certo. Per la copertina, che mi ha attratto irresistibilmente, fin da subito, con quel rosa acceso (fuxia?), il giallo, il bianco e il rosso, a definire finestre, persiane, porte, locali di una casa. Anche il tetto, certo, è rosso (perché, voi come lo coloravate da bambini?). Perché è opera di Bernard Friot, e non vedevo l’ora di scoprire cosa si fosse inventato questa volta.
I risguardi riprendono i motivi della carta
da parati. Un momento, forse sono carta da parati, abilmente stesa sulle pareti
da una mucca (lo sarà davvero?) che compare nella pagina successiva, sotto il titolo e gli autori.
Gli invitati
E poi, la storia
incomincia:
“Elena
ha una grande casa: cucina, sala da pranzo, salotto, nove camere, una cantina,
una soffitta. E un galletto-banderuola sul tetto.
D’estate,
Elena ha sempre molti invitati. Prima che arrivino, lei ridipinge le camere, cambia
la tappezzeria, i mobili, l’arredamento.”
Certo, a cosa
servirebbero nove camere, se non ad ospitare altrettanti invitati? Però Elena,
oltre ad attendere gli ospiti, fa di più: cura la sua casa, la rinnova per
loro.
“Lucia
Per
Lucia, ballerina e stella del teatro dell’Opera, inventa una camera di luna e
di notte: garze leggere, cuscini di piume, lustrini e luci soffuse.”
Un
momento: Elena non si limita a riassettare, a preparare. No: Elena prepara ad
ogni ospite (almeno credo) una stanza che sia pensata, sognata, realizzata,
soltanto per lui, o per lei (quanto ci piacerebbe che qualcuno facesse la
stessa cosa per noi? Una stanza a nostra misura, tagliata e cucita secondo i
nostri sogni, le nostre passioni, i nostri desideri?)
Bene: so come proseguirà
il libro: una doppia pagina per ogni ospite, per ogni invitato.
E quindi Ettore, campione
di karate, Rosetta, romantica amante dei cuori, Oscar, appassionato di macchine
sportive…
Ma quando gli invitati
arriveranno, scopriranno quale camera è stata realizzata per ognuno di loro? O,
al contrario, le loro scelte saranno un felice sovvertimento di quanto Elena, e
noi, ci saremmo aspettati?
Un libro divertente e
lieve che, a mio parere, può aiutare a riflettere su scelte scontate e, perché no,
pregiudizi.
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