Spesso, nel mio lavoro, i libri determinano le attività che svolgo in classe. Talvolta
invece capita che sia l’attività a chiamare, magicamente, un libro, uno solo, proprio
quello.
Qualche giorno fa, mentre
i bambini, a gruppi, realizzavano i loro diversi alfabeti, qualcuno ha esclamato:
“Potevamo fare l’alfabeto delle fiabe!”.
Era vero; e in quel
momento il mio pensiero è immediatamente corso a questo libro
che ancora non avevo avuto
l’opportunità di utilizzare con i bambini.
Il vantaggio di una
libreria personale ben fornita è proprio questo: nel pomeriggio il libro era
fra le mie mani, pronto per essere letto in classe.
Prima, però i bambini, in
autonomia, hanno cercato di riempire le righe vuote, tentando di trovare
protagonisti, luoghi, elementi caratteristici della fiaba. E non di una
soltanto: Biancaneve non andava bene, principessa invece sì.
Il libro ci ha aiutato a
trovare parole e riempire spazi rimasti vuoti. Ma, soprattutto, ci ha
raccontato, nella lingua magica della poesia, le più grandi verità, non solo
delle fiabe, ma della vita stessa.
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