venerdì 29 gennaio 2016

Faccia di maiale



Ci sono libri, a volti piccini e poco conosciuti, che hanno il potere di rimanere nel cuore e nella mente più di altri, magari famosi e venduti a pacchi.

Uno dei miei preferiti è

Faccia di maiale


di Anna Lavatelli, Istrici Salani (ora Nord Sud)


un librino agile e svelto, ironico e intelligente, che si può leggere ad alta voce in una mezz’ora e tiene avvinti anche gli animi più esuberanti.


È la storia di Filippo, che per vendicarsi del suo nemico Giovanni, un compagno prepotente che l’ha preso a botte, scrive sul muro con il pennarello indelebile GIOVANNI HA LA FACCIA DI MAIALE.
Il potere di quella scritta genererà una conseguenza tanto imprevedibile quanto difficile da risolvere per Filippo; nel mezzo, l’incontro con una vecchia (forse) strega e la scoperta dell’indicibile potere delle parole.

In questi giorni l’ho letto ben tre volte, e mai ho dovuto richiamare i bambini all’attenzione: il registro passa dallo scanzonato al profondo (toccante il ricordo, da parte della nonna, del fratello ucciso perché partigiano), con la possibilità per i bambini di riflettere sui rapporti interpersonali e sul potere delle parole, in particolare di quelle che feriscono.


Come incomincia:

“-Faccia di maiale!- ho gridato al Giovanni.
Così impara a sporcarmi i pantaloni con il cancellino della lavagna. Che poi vado a casa e la mamma dà del maiale a me, per come sono conciato.
-Prova a ripeterlo!- ha detto il Giovanni.
-Faccia di maiale!- ho ripetuto. E lui mi è venuto addosso per picchiarmi. Però è arrivata prima la maestra, che si è messa in mezzo tra noi due. Poi ci ha sgridati e ci ha messo la nota.
Per me era la prima della settimana, ma per il Giovanni era già la seconda della giornata. Ecco perché quando siamo usciti da scuola mi aspettava in un angolo in fondo alla strada per fare a botte. E siccome il Giovanni è grande e grosso, e io sono piccolo e magro, indovinate chi le ha prese. Cioè, ne ho anche date, ma poche.
-E guai a te se ci riprovi- ha detto il Giovanni, quando si è stufato di menarmi. E se ne è andato via per i fatti suoi.
-Faccia di maiale…- ho detto io, ma piano, quando sono stato sicuro che non mi poteva più sentire.

LAVATELLI A., Faccia di maiale, Nord Sud


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