giovedì 7 gennaio 2016

#sololibri belli 8: Tonja Valdiluce




L’hastag #sololibribelli mi sembra in questo caso addirittura riduttivo:


Tonja Valdiluce




di Maria Parr, edito da Beisler

è un libro splendido, per piccoli e grandi (mai come in casi come questo la dicitura “per ragazzi” mi sembrerebbe riduttiva).

Raramente riesco ad entusiasmarmi allo stesso modo per la narrativa adulta, ma credo di poter dire che ci troviamo di fronte ad un autentico capolavoro, scritto in un linguaggio fresco e mai banale, con protagonisti indimenticabili e una vicenda che farà ridere, riflettere, commuovere.

Un libro che smuove emozioni autentiche e profonde, scritto con maestria e leggerezza (da non confondere con superficialità) da Maria Parr, considerata, credo senza timore di smentite, la nuova stella della letteratura contemporanea.

Ho iniziato il 2016 con un autentico botto: l’unico mio timore, ora, è di non riuscire a trovare molti altri libri all’altezza di questo.



Scrive Carla GHisalberti sul suo blog, Lettura candita:


NARRATIVA PER GRANDI (dai 10 anni)

"Quando si arriva in Val di Luce in un freddo pomeriggio di febbraio, c'è un gran silenzio. Il fiume non scroscia, perché scorre sotto il ghiaccio. Gli uccellini non cinguettano, perché sono migrati a sud. Non si sentono nemmeno le pecore, perché sono dentro le stalle. Tutto è solo neve bianca, abeti scuri e montagne grandi e taciturne.
In mezzo a tutto questo inverno silenzioso però c'è un puntino nero che tra poco farà rumore."

Quel puntino nero in realtà è rosso, la sua chioma di riccioli è color del fuoco. Lei è Tonja, unica ragazzina in tutta la valle. E' l'imperatrice della Val di Luce.
A primavera compirà 10 anni, vive con il papà contadino, e con la mamma, biologa sempre in mare a misurare i ghiacci, comunica via mail. Come animale domestico ha però il gabbiano che sua mamma un giorno le ha portato, salvandolo dalle reti in cui si era impigliato.
Il suo migliore amico è Gunnvald che, in cima al monte, abita da 74 anni in una grande fattoria e passa il suo tempo nella falegnameria da cui escono prototipi di slittini sempre più veloci, che Tonja puntualmente collauda.
Sono molte le cose che si possono dire di lei: sua zia Idun dice che lei dovrebbe aver scritto in fronte Benvenuti. Il suo papà, quando gli chiedono cosa ne sia di sua figlia, risponde rassegnato che spera che ogni sera rientri a casa. Sally, quando la vede sfrecciare davanti alle sua finestre o atterrare sulle sue piante di rose, si limita a dirle, cerca almeno di non romperti l'osso del collo...
Tutti amano Tonia, il Bolide della Val Di Luce. Tutti tranne uno: Klaus Hagen, il padrone del Campeggio Salutista che detesta i bambini (perché fanno troppo rumore per la tranquillità pubblicizzata ai suoi ospiti) e massimamente odia lei, Tonja. Come se ce ne fosse bisogno, la chiama Trulla, per farla arrabbiare di più.
In queste luminose vacanze invernali, Tonja e Gunnvald hanno in progetto di realizzare il Siluro della Val di Luce, un bolide di slittino che sia in grado di arrivare diretto dalla cima del monte giù fino al mare....Contribuiscono alla realizzazione di questo progetto -a vario titolo e anche loro malgrado- tutti i membri della comunità e anche qualcuno che si è aggiunto da poco: i tre ragazzini Ole, Fratello e Britte, temporanemente in vacanza presso il silenzioso, ora non più tanto, Campeggio Salutista.
Tre nuovi bambini in questa valle abitata da soli adulti, sono un regalo che Tonja non può rifiutare, anche se uno di loro con lei ha un esordio piuttosto pugnace! Il tranquillo scenario che fino a ieri solo Tonja attraversava con le sue sciate a capofitto e le sue canzoni a squarciagola ora si movimenta un bel po' e finalmente anche Gunnvald, misteriosamente meditabondo da qualche tempo, ritrova serenità...




Qui e qui la recensione completa.


Come incomincia:

Se scendete dalla barca, giù al molo, avvertite subito il vento che soffia dalla valle. Lo avvertite perfino nel cuore dell’inverno, basta chiudere gli occhi. Odora di pino e di abete. E a voi non resta che iniziare a marciare.
Dovete seguire la strada che va dritta, oltre il chiosco dismesso, il negozio e il salone da parrucchiere di Theo, e che prosegue costeggiando il fiume.
All’inizio il terreno è abbastanza pianeggiante e ci sono alcune case. Davanti a una delle ultime, c’è un’escavatrice. Lì abita Peter con sua madre.
Dopo s’incontrano sempre più neve e bosco, e sempre meno case. La strada diventa larga la metà, e ripida il doppio. Se non ci siete mai stati prima, a questo punto cominciate a sentirvi un po’ scettici, pensando magari di aver sbagliato strada. Ma non avete sbagliato. Proprio nell’attimo in cui venite assaliti dal dubbio, vedete un cartello. C’è scritto “Val di Luce” ed è la conferma che siete sulla strada giusta.
Dopo il cartello, la prima cosa che incontrate è il Campeggio Salutista Hagen.


Ho riletto ora, mentre le copiavo per il blog, le prime pagine del libro, e mi sono immediatamente ritrovata a collegare ogni descrizione ai protagonisti e alle vicende narrate nel libro, dando loro un volto e una geografia che credo mi accompagneranno a lungo. Potere della letteratura!




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