Da qualche anno (dopo i
quaranta, credo) mi sono accorta di avere un’esigenza, più volte ripetuta e mai
realizzata: rallentare, fare meno e meglio, cercando soprattutto di imparare a
dire qualche no e scegliere quel che davvero mi riempie di gioia…perché, ne
sono convinta, se riusciamo a fare qualcosa che ci piace davvero tanto,
diventiamo più buoni e simpatici con tutti.
Forse è per questo che La leggerezza perduta, scritto da Cristina Bellemo, illustrato da Alicia Baladan e pubblicato da qualche mese da Topipittori, ha conquistato di diritto un posto d’onore nella mia libreria.
C’era una volta, tanto tempo fa, un castello. Un castello di
quelli che c’erano una volta, per l’appunto. Dentro al castello ci stava un
borgo intero e a capo del borgo, e anche del castello, come si conviene, stava
un re. Ma a guardarlo bene, quello non era mica un castello come gli altri.
Mi è capitato recentemente
di proporre la lettura di questo albo in un contesto extrascolastico, ad una platea di una quarantina di
genitori con rispettivi figli più o meno "gnomici": tutti silenziosi e attenti,
anche i più piccoli, per i quali qualche passaggio del testo può risultare meno
immediatamente comprensibile.
Lo scopo della lettura era creare, in particolare nel pubblico adulto, la sensazione di aver ricevuto qualcosa in dono: la possibilità di ascoltare una fiaba, come da piccoli, dieci minuti di sospensione dal caos e dalla fatica della vita quotidiana, lo stimolo a riflettere su quanto spesso questa nostra vita sia letteralmente zeppa di ciò che non ci serve, che ci appesantisce, che rischia di farci precipitare.
Lo scopo della lettura era creare, in particolare nel pubblico adulto, la sensazione di aver ricevuto qualcosa in dono: la possibilità di ascoltare una fiaba, come da piccoli, dieci minuti di sospensione dal caos e dalla fatica della vita quotidiana, lo stimolo a riflettere su quanto spesso questa nostra vita sia letteralmente zeppa di ciò che non ci serve, che ci appesantisce, che rischia di farci precipitare.
L’ho detto altre volte:
non ho le competenze per scrivere una recensione, neppure di un libro che
esprime in modo mirabile una verità profondissima. Ma posso dire, e scrivere,
che questo libro va letto, per se stessi e per gli altri, piccoli o grandi che siano. Perchè ognuno di noi ha sicuramente qualcosa di cui liberarsi, come il re della storia.
Mi
è molto simpatico, re Celeste 123. Perché non esita un istante a sbarazzarsi
della corona. Pensateci bene: non si può vivere con una corona in testa. Non ci
si può piegare (ma forse i re non ne hanno bisogno), né lavare, né sdraiarsi
per dormire o guardare che forma hanno le nuvole. Non si può giocare a palle di
neve, farsi leccare la faccia dal proprio cane, lanciarsi col paracadute o
tuffarsi da uno scoglio…
E
allora, tanto vale gettarla via, e sperare che nessuno la raccolga e si faccia
venire strane idee (vero, Ghirighiri?) http://www.babalibri.it/dettaglio.asp?col=2&id=251
Con Tommaso http://spaziolaboratoriolacornice.blogspot.it/2013/11/alicia-baladan-e-i-suoi-libri-allo.html, Cristina Bellemo e Alicia Baladan aspettiamo chi vorrà ascoltare "La leggerezza perduta" allo Spazio Libri Laboratorio La Cornice di Cantù, sabato 30 novembre alle
17.30.
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