“A
otto anni ormai compiuti, credevo di sapere quasi tutto quello che c’era da
sapere sulle ginocchia.”
QUARENGHI G., Io sono il cielo che nevica azzurro, Topipittori
Basta un incipit come questo
per far brillare nella mente un’idea. Giusi Quarenghi descrive mirabilmente,
nel secondo capitolo, le ginocchia sue e delle persone a lei care, unendole nel
filo dei ricordi di un’infanzia mai ferma.
Noi abbiamo descritto le
mani: prima attraverso un’attività di riflessione e rielaborazione collettiva,
poi individuale con la descrizione delle proprie.
Infine, come compito a casa, le mani di due persone diverse:
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