Lunedì
di Anne Herbauts, Lapis
Ci sono libri che non comprendi subito.
E meno li comprendi, più ti ci abbandoni.
E nell’abbandono, riesci a sentire cose che razionalmente
non sentiresti.
Come un bambino
molto piccolo, tocchi le pagine, la carta, i disegni, cercandone il significato.
E pensi che questo sia l’unico modo, perché ad un tratto
qualcosa sotto le tue dita cambia: una trama, uno spessore. E allora chiudi gli
occhi, e sei dentro il libro, magari proprio in un lunedì di fine autunno,
quando senti l’inverno arrivare, e sai che alla fine di quell’inverno non sarai
più lo stesso.
Come incomincia:
“Il
suo nome è Lunedì.
Lunedì
aspetta martedì.
Martedì
pensa a mercoledì,
e
mercoledì, si sente piccolo,
così
piccolo che giovedì
non
sa più se
domani
sarà proprio venerdì.
Sabato
è una sorpresa.
E
domenica passa in silenzio."
e come finisce:
“E
tu, ti ricordi di Lunedì?
Aspettava
Ieri
e
pensava a Domani.
Si
sentiva piccolo,
così
piccolo che non sapeva più
niente
di giovedì
niente
di venerdì.
Il
sabato sorrideva
e
domenica passava in silenzio.
E il
lunedì successivo
arrivò,
un
po’ diverso
però…
Il
suo nome è Lunedì.”
HERBAUTS A., Lunedì,
Lapis
Una
storia sull’amicizia e sul tempo che viene e che va, dove le parole si
arrotolano, si stiracchiano e si nascondono per non farsi trovare.
È
un piccolo mondo di carta, dove tutto diventa realtà, tra pesci nuvola, pagine
che a sfogliarle diventano sempre più sottili e fiocchi di neve da toccare con
le dita.
Toc
toc! Apri la porta… ed è subito Lunedì! Lunedì ha la testa tonda come la luna e
una casa bianca come la neve. La sua vita è fatta di cose semplici, di tazze di
tè, di musica, di Ieri e Domani, i suoi amici speciali. Insieme a loro i giorni
passano in punta di piedi, sul filo delle stagioni. Volti la pagina e arriva la
primavera, l’estate, l’autunno e l’inverno. E tutto ricomincia di nuovo!
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