Mi piace sempre molto scrivere di un libro mentre, per la
prima volta, lo osservo, lo annuso, lo sfoglio, lo leggo.
Ho comperato
Leo
Una storia di fantasmi
di
Mac Barnett e Christian Robinson, Terre di mezzo
solo un paio d’ore fa.
È qui, accanto a me, pronto a svelarmi le sue meraviglie.
Una sagoma bambina,
disegnata e ritagliata da mani che sembrano bambine, e due palloncini, uno
rosso e uno blu, ad accompagnare la L iniziale del nome con una e
e una o bianche.
La copertina, una sorta di
lavagna nera striata di quel che pare gesso blu. Non righe vere e proprie;
piuttosto, quel che rimane dopo una cancellatura frettolosa.
Le risguardie sono dello
stesso blu che in copertina appare cancellato; ma questa volta i disegni sono
bianchi: draghi, castelli, cavalli e cavalieri, scudi e corone, una cassa del
tesoro…
Giro pagina; e del
protagonista trovo solo una parte di braccio e gamba. Il resto è oltre il muro. Subito, sulla destra, una porta:
presto, entriamo.
Questo
è Leo.
La
maggior parte delle persone
non
riesce a vederlo.
Neppure io. Guardo e
riguardo più attentamente. Non c’è.
Solo, sulla tappezzeria, tre
strappi.
Giro ancora la pagina
Ma
tu sì.
Leo
è un fantasma.
Oh! Non sono più un io. Ora
sono un tu. E ora anch’io lo posso vedere, accoccolato sotto il tavolino, con
un libro in mano.
Giro la pagina
Per
molti anni Leo visse da solo
in
una casa ai margini della città,
leggendo
libri e disegnando
nella
polvere.
Giro ancora una pagina
Un
giorno di primavera, in quella casa si trasferì una famiglia.
Mi fermo. Attendo. Non
voglio girare subito, un'altra volta, pagina.
Voglio provare (farei lo
stesso se stessi leggendo il libro in classe) a immaginare cosa stia per
succedere.
So già – l’ho visto nella
doppia pagina – che in famiglia c’è un bambino.
Sarà l’unico ad accorgersi
della presenza di Leo. Diventeranno amici. Gli adulti liquideranno quest’amicizia
come fantasia.
Giro la pagina.
Oh! Ho sbagliato tutto.
Leo non è costretto: Leo,
sapendo di non essere ben accetto, decide di andarsene dalla propria casa.
Il mondo non è più come lo ricordava.
Ma i bambini forse sì.
Qui la versione delle Briciole
Qui quella di Scaffale Basso
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