Leo non sapeva leggere, non
sapeva scrivere, non sapeva disegnare, non sapeva fare proprio niente. «Ma che
cosa avrà Leo?» si chiedeva papà Tigre. «Pazienza! Devi avere pazienza»,
rispondeva mamma Tigre. «Leo è un fiore tardivo e ha bisogno di tempo per
sbocciare.» E aveva ragione: un giorno, all’improvviso, quando fu il suo
momento, Leo sbocciò come un fiore al sole. Un libro che con grande sensibilità
descrive l’importanza di dare tempo alla crescita del bambino senza farsi travolgere
dall’ansia. L’esigenza di essere uguale agli altri non deve trascurare
l’individualità di ciascuno.
Non sapeva leggere.
Non sapeva scrivere.
Non sapeva disegnare.
Mangiava come un bambino piccolo.
Non sapeva dire una parola.
-Che cosa avrà Leo?- domandava suo padre.
-Non ha niente-, rispondeva sua madre. –Leo è lento a sbocciare. È un fiore tardivo.
-Meglio tardi che mai-, pensava il padre”
KRAUS L., Leo, Babalibri
Cos’è successo al piccolo Luca? Svegliato da un rumore nella notte, si ritrova,
bianco come il latte, nella luce della luna e finisce improvvisamente dentro
una grande scodella di pasta fresca. Tre cuochi dall’aspetto vagamente conosciuto
non ci pensano un attimo e sono pronti ad impastare e ad infornare, ma…
Come incomincia:
"Svegliato da un rumore nella notte Luca saltò fuori dalle coperte e
gridò: -COSA SUCCEDE LAGGIU’ IN CUCINA!-
Ma improvvisamente scivolò nelle tenebre, fuori dal suo
pigiama e bianco come il latte nella luce della luna finì in cucina dentro una
grande scodella di pasta fresca.
I cuochi, vedendo cascare quella cosa bianca nella pasta,
cominciarono subito a mescolare cantando: -LATTE NELLA FOCACCIA! LATTE NELLA
FOCACCIA! GIRA, SBATTI, IMPASTA, IMPASTA!”
SENDAK M., Luca la
luna e il latte, Babalibri
Lolo e Lala vivono felici in due casette
vicine. Mangiano insieme budini al cioccolato, poi fanno un bel bagno che li
rinfreschi un po’. Insomma, una meravigliosa vita da maiali. Finchè un giorno Lala decide di andarsene: la vita con Lolo è meravigliosa, ma lei ha scoperto che oltre la
collina ci sono altre colline, campi, boschi, porcili e persino gli umani. La
voglia di vedere il mondo è più forte di lei. Ma cosa farà Lolo ora che è rimasto solo?
Come
incomincia:
“La
casa di Lolo era piccola, ma
accogliente. E quando pioveva si formava davanti alla casa, in mezzo al cortile,
una pozza perfetta per fare il bagno.
Qualche
volta, il maialino stava in piedi sull’orlo della pozza.
Allora,
la sua immagine si rifletteva nell’acqua e occupava tutto lo spazio.
E
Lolo si vedeva tutto rosa e
cicciottello ed era contento.”
HASLER
E., Il maialino Lolo, Il Battello a Vapore Piemme Junior
Charlie
cerca in tutti i modi di rassicurare la sorellina Lola, ma lei proprio non vuole saperne di andare a scuola: è
assolutamente troppo piccola!
E
poi, è già capace di contare fino a dieci, non le serve scrivere finchè può
usare il telefono e non ha bisogno di imparare a leggere, perché conosce i suoi
libri a memoria, e se non li ricorda, se li inventa.
Per
giunta, il suo amico invisibile Gonaldo ha paura di non riuscire a contare, a
leggere e a scrivere e teme che nessuno gli parlerà, così sarà tutto solo
solitario.
Ma
il primo giorno di scuola è arrivato…
Come
incomincia:
"Ho
una sorellina che si chiama Lola,
è piccola e molto buffa. La mamma e il papà dicono che è già grande per andare
a scuola. Lola non ne è così sicura.
Lola
dice: -Non sono assolutamente grande.
Sono ancora proprio piccola. Probabilmente non avrei tempo per andare a scuola.
Ho un sacco di cose importanti da fare a casa.”
CHILD L., Sono assolutamente troppo piccola per
andare a scuola, Ape junior
Nel fitto della foresta, in una caverna umida e buia, vive un mostro peloso,
goloso di esseri umani. Quando finalmente riesce ad acchiapparne uno, il re,
questi gli promette che gli troverà un bambino morbido e cicciotello. Ma la
piccola Lucilla saprà cavarsi
d’impiccio…
“Nel bel mezzo
di una foresta fitta fitta, in una caverna umida e buia, viveva un mostro peloso.
Era assolutamente ripugnante: la sua testa era enorme, e da essa uscivano
direttamente due piedini piccolissimi. Per questo motivi non riusciva quasi a
camminare, e se ne stava sempre nella sua caverna.”
Paolo, l’orsetto di peluche, è davvero stufo di Lena, che lo pettina, gli lava i denti, lo veste con buffi abiti da femminuccia e lo porta in giro in bicicletta, anche se lui lo odia.
E’ora di ribellarsi. Chissà se Lena capirà la lezione…
Come incomincia:
"Lena vuole molto bene al suo orsetto Paolo. E’ il migliore di tutti gli orsi e anche il più bello.
Tutte le mattine Lena pettina il pelo marrone di Paolo. Che fastidio! Ma purtroppo Paolo non sa parlare, come del resto tutti gli animali di peluche. Così non gli rimane che soffrire in silenzio e sperare che Lena finisca in fretta.”
RIEGER A., Lena e Paolo, Fabbri Editori
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