C’è
un bruco, nella letteratura per l’infanzia, quanto mai longevo: è il piccolo
Bruco Maisazio, di Eric Carle.
Iniziai
a lavorare nella scuola dell’infanzia (allora scuola materna) nel 1987: ebbene,
uno dei primi libri che ricordo, insieme a Sembra questo, sembra quello, è
proprio
anche
se ho scoperto ora che la prima edizione Mondadori è del 1989, quindi di un
paio d’anni successiva; l’avrò incontrato più tardi. Eppure, se penso a un libro
della mia “giovinezza didattica”, è questo che mi viene in mente.
Un
bruco che mangia il lunedì una mela, il martedì due pere, il mercoledì tre
prugne…senza mai riuscire a saziarsi, finché, dopo una solenne abbuffata, con
conseguente mal di pancia, ormai grande e grosso, si costruisce il bozzolo, da
cui uscirà meravigliosa farfalla.
Ma, una bella
domenica mattina, quando si levò il sole, caldo e splendente, dall’uovo - crac!
– uscì un piccolo bruco affamato…
Subito si mise in
cammino alla ricerca di cibo.
Lunedì mangiò una
mela, ma non riuscì a saziarsi.
Martedì mangiò due
pere, ma non riuscì a saziarsi.
Mercoledì…”
Un altro bruco, per sfuggire all’appetito di
un ghiotto pettirosso, s’improvvisa «un misuratutto». E con questa nuova
qualifica comincia a misurare il becco di un tucano, la coda di un fagiano, le
zampe di un airone… Quando però gli verrà chiesto di misurare il canto di un
usignolo, furbescamente se la svignerà tra i fili d’erba del prato.
-Davvero?- disse il
pettirosso osservandolo incuriosito. –Allora misurami la coda!
-Semplicissimo-, rispose il
bruco. –Uno, due, tre, quattro, cinque centimetri: ecco fatto!”
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