mercoledì 3 luglio 2013

S come storia




Una storia “incatenata”, in cui il bambino protagonista guarda le figure e conosce, del libro che sta leggendo, già molte cose, tutte interessanti. Ma sarà quando la mamma finalmente gli leggerà il libro, che a sua volta il bambino potrà diventare lettore, aggiungendo nuovi e imprevedibili particolari.
Da quel momento la storia prenderà vita, per trasformarsi ad ogni narrazione: il bambino la narrerà all’orso che da sempre fa colazione con lui. A sua volta l’orso la leggerà al trenino, che correrà dalla palla…via via fino al sole, che sarà tentato di tenere il libro tutto per sé.

Un libro in cui “la storia” diventa “le storie”, in un continuo crescendo di avventure e legami, che tengono avvinto il lettore, per sapere “come va a finire”.

Come incomincia:

“C’era una volta una storia. La storia abitava in un libro.
Il libro era di un bambino. Ma il bambino non sapeva leggere. Però, guardava le figure, così della storia sapeva già molte cose: tutte cose interessanti.
Come la valigia in cui viaggiava il cane verde, la donna che aveva in testa un pappagallo, e il gatto che ballava sulle zampe davanti.
Una sera, la mamma lesse la storia al bambino. Era una storia meravigliosa. Insieme alle parole, le figure uscirono dal libro. Allora, i segni neri riempirono la valigia del cane.

ZOBOLI – ENGMAN, C’era una volta una storia, Topipittori


Da dove vengono le storie?

Dopo la lettura del libro, chiediamo ai bambini da dove vengano le storie, e trascriviamo tutte le risposte.
 Lavoriamo sulle loro idee (le più probabili saranno dai libri, dalla bocca di chi legge o racconta, dai nonni, dal cervello…) e riflettiamo insieme su come si possa inventare una storia. Chiediamo loro chi desideri raccontare ai compagni e all’insegnante una storia, già conosciuta oppure inventata. Incentiviamo e curiamo questi momenti in cui la narrazione, da parte dei bambini, si sostituisca alla lettura da parte dell’insegnante.
Possiamo anche preparare una storia che racconteremo ai bambini (meglio utilizzare una fiaba poco nota: io ho una predilezione per Gianni testa fina dei Grimm 
http://www.navediclo.it/gianni-testa-fina_grimm ); in questo modo li abitueremo all’ascolto sia del narrato che della lettura.
Se lo riteniamo opportuno, possiamo invitare dei “narratori” esterni: colleghi particolarmente capaci, nonni di grande esperienza…



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