L’unione di due semplici vocali fa scaturire un mondo intero: quello di
un bambino che si differenzia dall’altro da sé, scoprendo la propria unicità,
fino a quando…
Come incomincia:
(grandi sagome nere dei
genitori, la mamma è in attesa)
( culla) IO
LA MIA MAMMA
IL MIO PAPA’
I MIEI NONNI
LA MIA PALLAIL MIO CANE
LA MIA CASA
(il bambino è accanto alla mamma
in attesa)
(il bambino è leggermente
discosto dalla culla)
(dall’interno della culla si
leva il fumetto) IO
COTTIN M., Io, Gallucci
Proposte didattiche: lingua italiana
La
vocale I
Chiediamo poi ai bambini,
aiutati dalle immagini, di leggere le poche parole presenti sul libro. Il
protagonista, IO, parla di sé in prima persona, riferendo ogni familiare, animale
o oggetto, a se stesso, fin quando arriva un’altra individualità, un nuovo IO.
E ora, cosa succederà al
primo IO?
IO SONO
Poi chiediamo loro di riscriverla nuovamente,
sotto due quadretti, e di completarla secondo le nostre indicazioni
…UN BAMBINO/UNA BAMBINA
…UN MASCHIO/UNA FEMMINA
…
oppure aggiungendo gli opportuni aggettivi qualificativi suggeriti dai
bambini stessi:
…BELLO/BELLA
…SIMPATICO/SIMPATICA
…INTELLIGENTE
E poi…Che differenza c’è tra un bambino e una
bambina, tra un gatto e una gatta, tra un maestro e una maestra? E,
provocatoriamente, perché la femmina non si chiama “maschia”, o il maschio non
si chiama “femmino”? E perché papà e Luca sono maschi, anche se finiscono con
A?
Quante cose sa già fare un bambino!
Scriviamo alla lavagna, e facciamo copiare
IO SO
e scriviamo tutte le azioni, i verbi, che i
bambini sanno fare. Lasciamoli liberi di non scrivere i verbi in cui non si
riconoscano delle competenze: anche questo è un passo importante nella
consapevolezza di sé, delle proprie capacità, come dei propri limiti, che
possono diventare, se lo si desidera, una molla per perseguire nuovi obiettivi.
Da IO a MIO
Da IO a MIO il passo è breve, e non solo perché
basta aggiungere una M iniziale: l’egocentrismo del bambino, che a questa età e
in quest’epoca non è facile superare, rende la propria individualità
semplicemente ed egoisticamente esprimibile con un semplice aggettivo
possessivo. Se IO sono al centro del mondo, sia del mio piccolo casalingo che
di quello esterno, tutto sarà MIO, sottoposto alle mie necessità e ai miei
desideri. La relazione equilibrata con l’altro si costruisce invece proprio a
partire dal riconoscimento anche delle necessità e dei desideri altrui.
Riprendiamo quindi l’albo iniziale, o in
alternativa i due menzionati in seguito, e chiediamo ai bambini di scrivere e
disegnare sul proprio quaderno
IL MIO… / LA MIA…
dando suggerimenti dove necessari o lasciando
libero spazio ai loro pensieri.
Prepariamo tante tessere bianche di cartoncino
quanti sono i bambini della classe moltiplicati per due. Distribuiamole e
chiediamo di scrivere su una I e sull’altra O. Avviciniamole per formare la
parola IO e poi scambiamo loro di posto. Distribuiamo ora ad ogni bambino un
cartoncino con scritta la lettera N e chiediamo loro di accostarla a OI.
Abbiamo ottenuto la parola NOI.
Chiediamo ora ai bambini cosa significhi questa
parola e conduciamoli, attraverso la discussione, alla consapevolezza che tanti
IO, ma anche solo due IO, messi insieme, diventano NOI (possiamo eseguire
questa attività in palestra, realizzando tanti piccoli insiemi di IO, uno per
ogni cerchio, e altri insiemi di NOI, proponendo ai bambini di aggregarsi prima
liberamente, poi tutti insieme, e formando con le funicelle un unico grande
insieme).
Scrivo e disegno IO
Chiediamo ai bambini di piegare la pagina a metà; proponiamo loro di disegnare sulla parte sinistra del foglio una I (se si utilizzano i quadretti da un centimetro, almeno 10), facciamola ripassare con un pennarello o un pastello colorato e chiediamo di disegnare intorno ad essa il proprio autoritratto a figura intera, come se la I fosse un asse di simmetria del proprio corpo. Sulla parte destra, facciamo disegnare una O, affiancata e alta come la I (possiamo aiutare i bambini a rispettarne le dimensioni segnandone il punto più alto e più basso), ed utilizziamola come base per il disegno del proprio viso.
Sotto il disegno così ottenuto, scriviamo la frase
QUESTO SONO IO
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