Il
piccolo Max, travestito da lupo, viene mandato in castigo in camera sua. Ma ecco che
in quella stessa camera cresce una foresta sempre più fitta, e appare
addirittura il mare, che porta Max fin nel paese dei mostri selvaggi.
Riuscirà a tornare a casa, dove lo aspetta la sua cena fumante?
Come incomincia:
“Quella sera Max si mise il costume da lupo
e ne combinò di tutti i colori e anche peggio.
La mamma gli gridò: - MOSTRO SELVAGGIO!- e lui le
rispose: - E IO TI SBRANO-.
Così fu mandato a letto senza cena.”
SENDAK
M., Nel paese dei mostri selvaggi, Babalibri Milano1999
Proposte
didattiche: lingua italiana
La
consonante M
La storia narrata dall’albo è molto breve e si dipana attraverso poche parole
(talvolta nessuna) che accompagnano le splendide illustrazioni di Sendak.
Rileggiamola ai bambini soffermandoci sulle immagini.
Disegniamo alla lavagna uno qualunque dei mostri selvaggi: hanno linee
semplici ed espressioni tenere e buffe. I bambini si divertiranno a ricopiarli
e potranno scrivere sotto l’immagine le parole
MOSTRO SELVAGGIO
o l’intera frase
MAX NEL PAESE DEI MOSTRI
SELVAGGI
evidenziando le consonanti
M
All’interno della storia, seppur
solo all’inizio e con un ruolo che pare marginale, appare la MAMMA: in realtà,
l’intera avventura di Max ha inizio dalla sua decisione di cacciarlo in camera
per punizione.
Chiediamo ai bambini di
illustrare la frase
LA MAMMA MANDA MAX NELLA SUA CAMERA
Sempre evidenziando,
colorando o cerchiando la consonante M.
Anch’io
MOSTRO!
Chiediamo ai bambini se
qualche volta sia capitato anche a loro di sentirsi dei piccoli mostri:
ascoltiamo le loro narrazioni, poi chiediamo loro di disegnare il proprio
autoritratto mostruoso, accompagnato dalla didascalia
IO
FACCIO IL MOSTRO
o dalle espressioni
personali di ciascuno.
Com’è
un mostro?
Sempre
attraverso la conversazione, cerchiamo quali siano le caratteristiche
necessarie per un MOSTRO: dovrà essere cattivo? Brutto? Grande? O minuscolo?
Chiediamo
a ogni bambino di disegnare il proprio mostro e di trovargli il nome più
adatto: se qualcuno si trovasse in difficoltà con quest’ultima richiesta,
sottoponiamo il disegno ai compagni, o all’intera classe, chiedendo di trovare
un nome per il poveretto.
Una
volta terminati tutti i mostri, chiediamo ai bambini di ritagliarli e
incolliamoli su un unico cartellone, o su un grande libro in cartoncino nero,
che rimarrà a disposizione della classe; se lo riteniamo opportuno,
accompagniamo il nome di ogni mostro con una breve descrizione fatta dal suo “autore”.
Dove vivono i mostri?
Proseguendo
con la conversazione, chiediamo ai bambini dove pensano che vivano i mostri.
Chiediamo loro, se lo desiderano, di disegnare sul quaderno la casa dei mostri.
Se vogliamo, possiamo proporre loro di realizzare un modello tridimensionale per la classe,
utilizzando uno scatolone, dentro cui riporre i mostri che i bambini disegneranno.
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