lunedì 6 maggio 2013

R come Rabbia

Rime di rabbia

Come parlare ai bambini della rabbia?
Ovunque accadono episodi diversi di litigi, arrabbiature, conflitti; ognuno di noi può esserne coinvolto. Ma come dare libero sfogo a questa rabbia, permettendole di uscire da noi, per non devastarci, ma dandole nello stesso tempo una forma socialmente accettabile?
Bruno Tognolini ci propone un espediente: utilizzare la lingua, le parole, come mezzo per esprimere la rabbia canalizzandola... e se nel frattempo ci scappa una risata, allora siamo già sulla buona strada per superarla.
 
Come incomincia:
 
Rima di rabbia
 
Rabbia, rabbia
Fiato di sabbia
Sangue di gioco
Fiore di fuoco
Fiammeggia al sole
Consuma tutto
Lasciami il cuore
Pulito e asciutto
 
TOGNOLINI B., Rime di rabbia, Salani
 
 
Proposte per la didattica: lingua italiana
La consonante R
 
Chiediamo la collaborazione di due compagni più grandi che mettano in scena un litigio, e facciamo in modo che i bambini vi assistano. Chiediamo preventivamente ai nostri “attori” di coinvolgere verbalmente nel loro conflitto i piccolini, mostrando come spesso, quando si è arrabbiati, capiti di prendersela anche con chi non c'entra nulla.
Suggeriamo ai grandi di sfidarsi a colpi di epiteti e filastrocche, presi dal libro sopra citato:
 


Malaugurio giù dal cielo
 
Senti cosa ti auguro
Che ti cadesse un fulmine
Da un cielo di tempesta
E se oggi il cielo è limpido
Almeno qualche rondine
Te la sganciasse in testa
 

 
Improperio del regno animale
 
Faccia di porco, puzza di cane
Testa di pecora, zampe di rane
Pelo di tasso, cagnetto grasso
Goffa giraffa col sedere basso
Pelle di rettile, vipera liscia
Pancia di viscida biscia che striscia
Il tuo animale dentro risale
Con la sua faccia di brutto maiale
Con la pelliccia, la coda e le corna
Il tuo animale risale e ritorna
Dalle tempeste dei secoli neri
Dalle foreste dei secoli bui
Torna da te l’animale che eri
E tu ritorna da lui!


È possibile trascrivere alcune di queste filastrocche, le più gradite, divertenti o richieste, in stampato maiuscolo e distribuirle in fotocopia ai bambini, che potranno incollarle sul quaderno e, volendo, impararle a memoria.
 

Al termine dell'invettiva, chiediamo ai bambini se capiti anche a loro di sentirsi arrabbiati, e in quali situazioni.

Da questa conversazione traiamo spunto per riflettere su questo sentimento e su ciò che provoca in noi e nei nostri rapporti con gli altri.

 

Proponiamo quindi la lettura di
 

È la storia di Roberto e di una giornata bruttissima: lo si capisce già dalla sua espressione in prima pagina. Anche papà lo fa arrabbiare, e così, appena arrivato in camera, ecco apparire la Cosa.

 Come incomincia:

 "Roberto ha passato una bruttissima giornata.

-Ehi tu! Levati quelle scarpacce!- gli dice papà.

-Ecco fatto!- gli risponde Roberto.

Per cena ci sono gli spinaci. -Piuttosto non mangio!- esclama Roberto.

-Sali in camera tua- dice papà -e scendi solo quando ti sarai calmato.

-Non ci penso neanche- risponde Roberto.

E lassù, nella sua camera, Roberto sente una Cosa terribile che sale...sale, sale, fino a quando...

RRRRRRRHAA,

esce fuori all'improvviso.

-Ciao- gli dice la Cosa, -cosa facciamo?

-Tt...tutto quello che vuoi- risponde Roberto.

 
D'ALLANCE' M., Che rabbia!, Babalibri


I suoni della rabbia

 
Proponiamo ai bambini di fare dei versacci, tipici di quando si è arrabbiati: usciranno dei terribili ruggiti! Scriviamo i suoni prodotti dai bambini alla lavagna; tra loro, in rosso, inseriamo anche il ruggito della “Cosa”:

RRRRRRRHAA

 
Chiediamo ai bambini se riconoscano le prime lettere: sono tutte uguali, e sono tutte R, la lettera della Rabbia.

 

Scriviamo alla lavagna

CHE RABBIA QUANDO...

 

oppure

 

IO MI ARRABBIO QUANDO...

 

oppure ancora

 

IO MI ARRABBIO CON... PERCHE'...

 

e chiediamo ai bambini di ricopiare la frase e rappresentare graficamente una situazione che provoca la loro rabbia. Utilizziamo poi i disegni per stimolare ogni bambino a parlare concretamente della sua rabbia: quando la prova? In quali situazioni? Verso chi? Perché?

Cerchiamo di rassicurare chiunque riporti situazioni di conflitto tra adulti, facendo però in modo che i protagonisti della conversazione siano sempre i bambini.


Cosa facciamo quando ci arrabbiamo?

 
Una comitiva di dodici animali si imbarca su un traghetto in compagnia del comandante. Non sono a coppie, come nell'arca, e la convivenza forzata, si sa, può provocare qualche disagio. Qualcuno si arrabbia, anzi, molti si arrabbiano, e ognuno a modo proprio: c'è chi diventa dispettoso e anche un po' pettegolo, chi parla, parla e non è capace di ascoltare, chi spaventa tutti, ma in realtà è solo il più impaurito...C'è persino chi cerca di ferire gli altri con le sue parole velenose, chi non si controlla e spesso fa male agli altri, e chi si mette sempre   a piangere, anche se è grande e grosso.

Riusciranno a trovare un modo per andare d'accordo e godersi finalmente la vacanza e la compagnia? Forse il capitano li può aiutare...


Come incomincia:

 
“Vi racconterò la storia di un pasticcio di animali...

C'era una volta una grande nave traghetto sulla quale venne imbarcato un gruppo di passeggeri molto speciale. Erano dodici animali, che provenivano da diverse parti del mondo: l'elefante Arturo, la formica Rosalia, il leone Evaristo, il pinguino Ettore, il riccio Gino, lo struzzo Giacinto, lo squalo Ivo, la giraffa Teodora, la bertuccia Attilia, l'aquila Clelia, il coccodrillo Ubaldo e il serpente Oreste!

Una volta in mezzo all'oceano, superato il primo momento di timidezza, gli animali cominciarono a esplorare tutti gli angoli della nave e a prendere confidenza con i compagni di viaggio...”
 

CARUSO – GILLI – ROWINSKI, Quando Evaristo si arrabbia, EGA

 
Il libro, nato con il chiaro intento di aiutare gli insegnanti nella gestione e nel superamento dei conflitti in classe, è corredato di un agile fascicoletto-guida per l'insegnante, strutturato in diverse attività collegate con il libro e tra loro: dalla descrizione di se stessi attraverso ciò che piace o non piace alla costituzione di sottogruppi che comprendono coloro che possiedono le stesse caratteristiche, dal fiore dell'identità (o dal classico gioco del Se fossi...) all'identificazione con i personaggi della storia...

Una tappa del libro è la condivisione da parte del gruppo di naviganti di tre regole (attenzione, solo tre!) che diventano quelle imprescindibili per tentare di andare d'accordo.

Durante la narrazione, è possibile, se non addirittura consigliabile, fermarsi prima di questo passaggio, per chiedere al gruppo-classe di sostituirsi al gruppo-animali nella scelta delle poche regole indispensabili per la convivenza pacifica.

Un altro momento significativo è l'attribuzione ad ogni personaggio di un atteggiamento ben definito nelle situazioni di conflitto:

  • Attilia la bertuccia non riesce a stare zitta, diventa dispettosa e anche un po' pettegola
  • Rosalia la formica tira fuori tutta la sua vocina, non fa parlare e non ascolta nessuno
  • Clelia l'aquila allarga le ali e vola verso l'alto, in modo da vedere quel che accade da un altro punto di vista
  • Evaristo il leone ruggisce forte, solleva la criniera e tira fuori le unghie...anche se, in realtà, è lui il più impaurito di tutti
  • Giacinto lo struzzo muore di paura e nasconde la testa nella sabbia
  • Ettore il pinguino, che è timido e anche un po' pigro, non litiga mai
  • Teodora la giraffa, solitamente calma e socievole, quando sente salire la rabbia non sa cosa fare e va in giro sbattendo il suo testone contro tutto quello che incontra
  • Arturo l'elefante diventa talmente nervoso che va a sbattere la sua lunga proboscide dappertutto, e con la sua mole gigantesca gli capita anche di rompere le cose
  • Oreste il serpente ha imparato bene a difendersi con la sua lingua biforcuta e se si arrabbia cerca di ferire gli altri con le sue parole velenose
  • Ivo lo squalo non si controlla e spesso fa male agli altri animali
  • Gino preferisce essere lasciato stare: si chiude in un angolino e tira fuori i suoi aculei
  • Ubaldo il coccodrillo, pur grande e grosso, in caso di bisticcio si mette sempre a piangere.

Probabilmente i nostri alunni sono troppo piccoli e ancora non del tutto in grado di decentrarsi per riuscire a identificarsi in questo o quell'animale; in ogni caso è comunque importante che sappiano confrontarsi con i differenti modi di affrontare le situazioni negative e con le conseguenti reazioni individuali.

Nessun animale tra quelli citati precedentemente riesce da solo a trovare la soluzione ai diversi conflitti: tutti hanno invece bisogno dell'intervento del capitano, dall'aspetto burbero ma caloroso e accogliente, che sa indirizzarli nella direzione giusta perché, insieme, sappiano trovare di volta in volta le soluzioni più efficaci.

 
Chiediamo ai bambini: “Non sembra anche a voi che il gruppo di simpatici animali sul traghetto somigli un po’ alla nostra classe? Se è così, chi sarà il capitano? In questa classe ce n’è uno solo o più di uno? Perché?”

Aiutiamo quindi i bambini a riflettere sulla ricchezza di avere insegnanti diversi, che condividono però lo stesso ruolo e identici obiettivi educativi.

 
Paroliamo

Se lo riteniamo opportuno, riproponiamo il gioco già citato: ormai i bambini conoscono sia le vocali che diverse consonanti. Alcuni di loro saranno quindi in grado di scrivere, prima con le lettere dell’alfabetiere, poi sul quaderno, parole più o meno complesse.

 
RA come rabbia, RI come rima

Proponiamo ai bambini di trovare, scrivere e infine leggere tante parole che inizino, finiscano o contengano RA, RE, RI, RO, RU (è possibile realizzare una grande sagoma per ogni sillaba, ad esempio RAGNO, RETE, RISTORANTE, ROSPO, RUOTA ed inserirvi le parole o le immagini con la sillaba corrispondente).

Rileggiamo alcune filastrocche, le più semplici, ai bambini e riflettiamo con loro sul significato della parola RIMA. Una volta trovata una semplice definizione che sia compresa da tutti, facciamo insieme, prima a voce e poi utilizzando la scrittura, il gioco delle rime.

Possiamo incominciare con le rime in –INO/-INA e –ONE/-ONA, forse le più semplici, in quanto possono essere utilizzati anche diminutivi e accrescitivi, per proseguire con –ELLA/-ELLO, -ETTA/-ETTO…

Proponiamo ai bambini la realizzazione di un rimario illustrato, che possa aiutare anche chi fatica ancora nella lettura delle prime parole.


Le rime dei nonni (…e di tutti gli altri!)

Chiediamo ai bambini di interrogare  in particolare i nonni (che hanno tempo, pazienza e soprattutto sono stati piccoli tanti anni fa) o altre persone, chiedendo loro se ricordano qualche rima di quando erano piccini. Suddividiamo poi filastrocche, proverbi, indovinelli, canzoncine, conte…e realizziamo dei libretti, illustrati dai bambini, da consultare in classe.

 
I colori della rabbia

Nel libro appena mostrato, la rabbia è rappresentata col colore rosso. Chiediamo ai bambini di disegnare uno sfondo (o un mostro) colorato come la rabbia: probabilmente ci sarà un utilizzo predominante del nero, del rosso, forse del verde.

Proviamo a riflettere con i bambini sul significato di queste scelte: perché proprio questi colori e non altri? Perché nessuno (o quasi) avrà scelto l'azzurro, il rosa, il giallo?

Riflettiamo anche sui modi di dire: “verde di rabbia”    “rosso (paonazzo) dalla rabbia” “arrabbiato nero”

Cosa c'è di vero in queste espressioni figurate? Perché vengono usate? Cosa vogliono dire?

Dopo aver discusso con i bambini, suggeriamo quindi loro di provare a disegnarsi verdi, rossi o neri di rabbia. Trasformarsi in creature mostruose potrà aiutare soprattutto i più insicuri a manifestare anche i propri sentimenti negativi.


Era una giornata molto calda e gli animali della giungla non avevano nulla da fare.
Il leone era arrabbiato, così andò dalla tartaruga e le disse: "Ti odio perchè sei troppo lenta".
La tartaruga era arrabbiata.
Alzò gli occhi verso l'elefante e disse: "Ti odio perchè sei troppo ingombrante".
L'elefante era arrabbiato.
Guardò in basso verso la formica e disse: "Ti odio perchè sei troppo piccola".

WONDRISKA W., Gli animali erano arrabbiati, Corraini
 

2 commenti:

  1. Ciao Antonella,
    ho letto il tuo bell'intervento sul blog di Tipipittori, cosi ho deciso di venire a a curiosare. APEdario e' bellissimo e penso che provero' ad usare it tuoi esercizi con mia figlia per insegnarle l'italiano. Viviamo negli Stati Uniti, cosi naturalmente lei frequenta e frequentera' daycare e scuole americane. Sta a noi genitori mantenere vivo il ricordo della lingua madre...un'impresa che non e' sempre facilissima, a quel che sento. I libri e gli spunti di conversazione che suggerisci potrebbero aiutarci a rendere l'apprendimento dell'italiano divertente e rilevante per la nostra bimba e al tempo stesso darci modo di affrontare argomenti importanti nella sua educazione. Grazie mille per aver deciso di condividere questa tua esperienza.
    Un abbraccio
    Maura da Chicago :)

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    1. Che dirti, Maura?
      Forse ti sembrerà eccessivo, ma le tue parole mi hanno quasi commosso.
      Per qualche tempo ho cullato l'idea di riuscire, con questo progetto, a realizzare un libro. Le condizioni, però, non lo permettono, e forse è un bene che sia così, perchè la condivisione che un blog riesce a generare credo non possa essere uguagliata da nessun libro. E che un blog permetta di conoscersi e "parlarsi" come ora stiamo facendo io e te, da una parte all'altra della Terra, è semplicemente meraviglioso...
      A presto, Maura...spero che ci siano altre occasioni per continuare a "parlarci"...e salutami la tua bambina!
      Anto

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