Come parlare ai bambini della rabbia?
Ovunque accadono episodi diversi di
litigi, arrabbiature, conflitti; ognuno di noi può esserne coinvolto. Ma come
dare libero sfogo a questa rabbia, permettendole di uscire da noi, per non
devastarci, ma dandole nello stesso tempo una forma socialmente accettabile?
Bruno Tognolini ci propone un
espediente: utilizzare la lingua, le parole, come mezzo per esprimere la rabbia
canalizzandola... e se nel frattempo ci scappa una risata, allora siamo già
sulla buona strada per superarla.
Come incomincia:
Rima di rabbia
Rabbia, rabbia
Fiato di sabbia
Sangue di gioco
Fiore di fuoco
Fiammeggia al sole
Consuma tutto
Lasciami il cuore
Pulito e asciutto
TOGNOLINI B., Rime di rabbia, Salani
Proposte per la didattica: lingua
italiana
La consonante R
Chiediamo la collaborazione di due compagni più grandi che
mettano in scena un litigio, e facciamo in modo che i bambini vi assistano.
Chiediamo preventivamente ai nostri “attori” di coinvolgere verbalmente nel
loro conflitto i piccolini, mostrando come spesso, quando si è arrabbiati,
capiti di prendersela anche con chi non c'entra nulla.
Suggeriamo ai grandi di sfidarsi a colpi di epiteti e
filastrocche, presi dal libro sopra citato:
Malaugurio
giù dal cielo
Senti
cosa ti auguro
Che
ti cadesse un fulmine
Da
un cielo di tempesta
E
se oggi il cielo è limpido
Almeno
qualche rondine
Te
la sganciasse in testa
Improperio
del regno animale
Faccia
di porco, puzza di cane
Testa
di pecora, zampe di rane
Pelo
di tasso, cagnetto grasso
Goffa
giraffa col sedere basso
Pelle
di rettile, vipera liscia
Pancia
di viscida biscia che striscia
Il
tuo animale dentro risale
Con
la sua faccia di brutto maiale
Con
la pelliccia, la coda e le corna
Il
tuo animale risale e ritorna
Dalle
tempeste dei secoli neri
Dalle
foreste dei secoli bui
Torna
da te l’animale che eri
E
tu ritorna da lui!
È possibile trascrivere alcune di
queste filastrocche, le più gradite, divertenti o richieste, in stampato
maiuscolo e distribuirle in fotocopia ai bambini, che potranno incollarle sul
quaderno e, volendo, impararle a memoria.
Al termine dell'invettiva, chiediamo ai bambini se capiti
anche a loro di sentirsi arrabbiati, e in quali situazioni.
Da questa conversazione traiamo spunto per riflettere su
questo sentimento e su ciò che provoca in noi e nei nostri rapporti con gli
altri.
Proponiamo quindi la lettura di
-Ehi tu! Levati quelle scarpacce!- gli
dice papà.
-Ecco fatto!- gli risponde Roberto.
Per cena ci sono gli spinaci.
-Piuttosto non mangio!- esclama Roberto.
-Sali in camera tua- dice papà -e
scendi solo quando ti sarai calmato.
-Non ci penso neanche- risponde
Roberto.
E lassù, nella sua camera, Roberto
sente una Cosa terribile che sale...sale, sale, fino a quando...
RRRRRRRHAA,
esce fuori all'improvviso.
-Ciao- gli dice la Cosa, -cosa
facciamo?
-Tt...tutto quello che vuoi- risponde
Roberto.
D'ALLANCE' M., Che rabbia!, Babalibri
I suoni della rabbia
Proponiamo ai bambini di fare dei
versacci, tipici di quando si è arrabbiati: usciranno dei terribili ruggiti!
Scriviamo i suoni prodotti dai bambini alla lavagna; tra loro, in rosso,
inseriamo anche il ruggito della “Cosa”:
RRRRRRRHAA
Chiediamo ai bambini se riconoscano le
prime lettere: sono tutte uguali, e sono tutte R, la lettera della Rabbia.
Scriviamo alla lavagna
CHE
RABBIA QUANDO...
oppure
IO
MI ARRABBIO QUANDO...
oppure
ancora
IO
MI ARRABBIO CON... PERCHE'...
e chiediamo ai bambini di ricopiare la
frase e rappresentare graficamente una situazione che provoca la loro rabbia.
Utilizziamo poi i disegni per stimolare ogni bambino a parlare concretamente
della sua rabbia: quando la prova? In quali situazioni? Verso chi? Perché?
Cerchiamo di rassicurare chiunque
riporti situazioni di conflitto tra adulti, facendo però in modo che i
protagonisti della conversazione siano sempre i bambini.
Cosa facciamo quando ci arrabbiamo?
Riusciranno a trovare un modo per
andare d'accordo e godersi finalmente la vacanza e la compagnia? Forse il
capitano li può aiutare...
Come incomincia:
“Vi racconterò la storia di un
pasticcio di animali...
C'era una volta una grande nave
traghetto sulla quale venne imbarcato un gruppo di passeggeri molto speciale.
Erano dodici animali, che provenivano da diverse parti del mondo: l'elefante
Arturo, la formica Rosalia, il leone Evaristo, il pinguino Ettore, il riccio
Gino, lo struzzo Giacinto, lo squalo Ivo, la giraffa Teodora, la bertuccia
Attilia, l'aquila Clelia, il coccodrillo Ubaldo e il serpente Oreste!
Una volta in mezzo all'oceano, superato
il primo momento di timidezza, gli animali cominciarono a esplorare tutti gli
angoli della nave e a prendere confidenza con i compagni di viaggio...”
CARUSO – GILLI – ROWINSKI, Quando
Evaristo si arrabbia, EGA
Il libro, nato con il chiaro intento di
aiutare gli insegnanti nella gestione e nel superamento dei conflitti in
classe, è corredato di un agile fascicoletto-guida per l'insegnante,
strutturato in diverse attività collegate con il libro e tra loro: dalla
descrizione di se stessi attraverso ciò che piace o non piace alla costituzione
di sottogruppi che comprendono coloro che possiedono le stesse caratteristiche,
dal fiore dell'identità (o dal classico gioco del Se fossi...)
all'identificazione con i personaggi della storia...
Una tappa del libro è la condivisione
da parte del gruppo di naviganti di tre regole (attenzione, solo tre!) che
diventano quelle imprescindibili per tentare di andare d'accordo.
Durante la narrazione, è possibile, se
non addirittura consigliabile, fermarsi prima di questo passaggio, per chiedere
al gruppo-classe di sostituirsi al gruppo-animali nella scelta delle poche
regole indispensabili per la convivenza pacifica.
Un altro momento significativo è
l'attribuzione ad ogni personaggio di un atteggiamento ben definito nelle
situazioni di conflitto:
- Attilia la bertuccia non riesce a
stare zitta, diventa dispettosa e anche un po' pettegola
- Rosalia la formica tira fuori
tutta la sua vocina, non fa parlare e non ascolta nessuno
- Clelia l'aquila allarga le ali e
vola verso l'alto, in modo da vedere quel che accade da un altro punto di
vista
- Evaristo il leone ruggisce forte,
solleva la criniera e tira fuori le unghie...anche se, in realtà, è lui il
più impaurito di tutti
- Giacinto lo struzzo muore di paura
e nasconde la testa nella sabbia
- Ettore il pinguino, che è timido e
anche un po' pigro, non litiga mai
- Teodora la giraffa, solitamente
calma e socievole, quando sente salire la rabbia non sa cosa fare e va in
giro sbattendo il suo testone contro tutto quello che incontra
- Arturo l'elefante diventa talmente
nervoso che va a sbattere la sua lunga proboscide dappertutto, e con la
sua mole gigantesca gli capita anche di rompere le cose
- Oreste il serpente ha imparato
bene a difendersi con la sua lingua biforcuta e se si arrabbia cerca di
ferire gli altri con le sue parole velenose
- Ivo lo squalo non si controlla e
spesso fa male agli altri animali
- Gino preferisce essere lasciato
stare: si chiude in un angolino e tira fuori i suoi aculei
- Ubaldo il coccodrillo, pur grande
e grosso, in caso di bisticcio si mette sempre a piangere.
Probabilmente i nostri alunni sono
troppo piccoli e ancora non del tutto in grado di decentrarsi per riuscire a
identificarsi in questo o quell'animale; in ogni caso è comunque importante che
sappiano confrontarsi con i differenti modi di affrontare le situazioni
negative e con le conseguenti reazioni individuali.
Nessun animale tra quelli citati
precedentemente riesce da solo a trovare la soluzione ai diversi conflitti:
tutti hanno invece bisogno dell'intervento del capitano, dall'aspetto burbero
ma caloroso e accogliente, che sa indirizzarli nella direzione giusta perché,
insieme, sappiano trovare di volta in volta le soluzioni più efficaci.
Chiediamo ai
bambini: “Non sembra anche a voi che il gruppo di simpatici animali sul
traghetto somigli un po’ alla nostra classe? Se è così, chi sarà il capitano?
In questa classe ce n’è uno solo o più di uno? Perché?”
Aiutiamo
quindi i bambini a riflettere sulla ricchezza di avere insegnanti diversi, che
condividono però lo stesso ruolo e identici obiettivi educativi.
Paroliamo
Se lo
riteniamo opportuno, riproponiamo il gioco già citato: ormai i bambini
conoscono sia le vocali che diverse consonanti. Alcuni di loro saranno quindi
in grado di scrivere, prima con le lettere dell’alfabetiere, poi sul quaderno,
parole più o meno complesse.
RA come rabbia, RI come rima
Proponiamo ai
bambini di trovare, scrivere e infine leggere tante parole che inizino,
finiscano o contengano RA, RE, RI, RO, RU (è possibile realizzare una grande
sagoma per ogni sillaba, ad esempio RAGNO, RETE, RISTORANTE, ROSPO, RUOTA ed
inserirvi le parole o le immagini con la sillaba corrispondente).
Rileggiamo
alcune filastrocche, le più semplici, ai bambini e riflettiamo con loro sul
significato della parola RIMA. Una volta trovata una semplice definizione che
sia compresa da tutti, facciamo insieme, prima a voce e poi utilizzando la
scrittura, il gioco delle rime.
Possiamo
incominciare con le rime in –INO/-INA e –ONE/-ONA, forse le più semplici, in
quanto possono essere utilizzati anche diminutivi e accrescitivi, per
proseguire con –ELLA/-ELLO, -ETTA/-ETTO…
Proponiamo ai
bambini la realizzazione di un rimario illustrato, che possa aiutare anche chi
fatica ancora nella lettura delle prime parole.
Le rime dei nonni (…e di tutti gli
altri!)
Chiediamo ai
bambini di interrogare in particolare i
nonni (che hanno tempo, pazienza e soprattutto sono stati piccoli tanti anni
fa) o altre persone, chiedendo loro se ricordano qualche rima di quando erano
piccini. Suddividiamo poi filastrocche, proverbi, indovinelli, canzoncine,
conte…e realizziamo dei libretti, illustrati dai bambini, da consultare in
classe.
I colori della rabbia
Nel libro appena mostrato, la rabbia è
rappresentata col colore rosso. Chiediamo ai bambini di disegnare uno sfondo (o
un mostro) colorato come la rabbia: probabilmente ci sarà un utilizzo
predominante del nero, del rosso, forse del verde.
Proviamo a riflettere con i bambini sul
significato di queste scelte: perché proprio questi colori e non altri? Perché
nessuno (o quasi) avrà scelto l'azzurro, il rosa, il giallo?
Riflettiamo anche sui modi di dire: “verde
di rabbia” “rosso (paonazzo) dalla
rabbia” “arrabbiato nero”
Cosa c'è di vero in queste espressioni
figurate? Perché vengono usate? Cosa vogliono dire?
Dopo aver discusso con i bambini,
suggeriamo quindi loro di provare a disegnarsi verdi, rossi o neri di rabbia.
Trasformarsi in creature mostruose potrà aiutare soprattutto i più insicuri a
manifestare anche i propri sentimenti negativi.
Era una giornata molto calda e gli animali della giungla non avevano nulla da fare.
Il leone era arrabbiato, così andò dalla tartaruga e le disse: "Ti odio perchè sei troppo lenta".
La tartaruga era arrabbiata.
Alzò gli occhi verso l'elefante e disse: "Ti odio perchè sei troppo ingombrante".
L'elefante era arrabbiato.
Guardò in basso verso la formica e disse: "Ti odio perchè sei troppo piccola".
WONDRISKA W., Gli animali erano arrabbiati, Corraini
Ciao Antonella,
RispondiEliminaho letto il tuo bell'intervento sul blog di Tipipittori, cosi ho deciso di venire a a curiosare. APEdario e' bellissimo e penso che provero' ad usare it tuoi esercizi con mia figlia per insegnarle l'italiano. Viviamo negli Stati Uniti, cosi naturalmente lei frequenta e frequentera' daycare e scuole americane. Sta a noi genitori mantenere vivo il ricordo della lingua madre...un'impresa che non e' sempre facilissima, a quel che sento. I libri e gli spunti di conversazione che suggerisci potrebbero aiutarci a rendere l'apprendimento dell'italiano divertente e rilevante per la nostra bimba e al tempo stesso darci modo di affrontare argomenti importanti nella sua educazione. Grazie mille per aver deciso di condividere questa tua esperienza.
Un abbraccio
Maura da Chicago :)
Che dirti, Maura?
EliminaForse ti sembrerà eccessivo, ma le tue parole mi hanno quasi commosso.
Per qualche tempo ho cullato l'idea di riuscire, con questo progetto, a realizzare un libro. Le condizioni, però, non lo permettono, e forse è un bene che sia così, perchè la condivisione che un blog riesce a generare credo non possa essere uguagliata da nessun libro. E che un blog permetta di conoscersi e "parlarsi" come ora stiamo facendo io e te, da una parte all'altra della Terra, è semplicemente meraviglioso...
A presto, Maura...spero che ci siano altre occasioni per continuare a "parlarci"...e salutami la tua bambina!
Anto