Ci sono parole di ogni tipo: parole che dividono e parole che aiutano. Per dimostrarlo, nella
giornata della Memoria leggerò ai bambini due storie molto diverse tra loro.
Il nemico
di
Davide Calì e Serge Bloch
Isolato in
trincea, un soldato combatte contro un
nemico che non vede, ma che di certo è un mostro. O almeno, così dice il
manuale che gli hanno dato i comandanti.
Una notte,
però, il soldato si avventura fuori dal suo buco e scopre che il terribile
nemico, in realtà, non è poi così diverso da lui. E che la pace è molto meglio della guerra.
Una storia
universale, con illustrazioni poetiche
e ironiche, capaci di emozionare grandi e bambini.
Come
incomincia:
“È
la guerra.
Si
vede qualcosa che potrebbe essere un deserto.
In
cui i sono due buchi.
Nei
buchi, due soldati.
Sono
nemici.
Il nemico
Il
nemico è la ma non si vede mai.
Al
mattino mi alzo e sparo un colpo verso di lui.
Lui
allora spara un colpo verso di me. Rimaniamo nascosti per il resto della
giornata aspettando di vedere la testa dell’altro.
Ma
nessuno dei due alza mai la testa fuori dal suo buco.
CALI’ D. – BLOCH S., Il nemico, Terre di mezzo
La città che sussurrò
di Jennifer Elvgren e Fabio Santomauro, Giuntina
Anett
scopre che nello scantinato della sua casa si nasconde una famiglia di ebrei.
Anche se scendere le scale buie dello scantinato le fa un po' paura, è lei a
portar loro da mangiare oltre a tutte le cose di cui hanno bisogno. Così
conosce Carl, un bambino come lei, con cui fa presto amicizia. La famiglia di
Carl sta aspettando una notte di luna piena per raggiungere il porto e fuggire
in Svezia, ma le nuvole non vogliono diradarsi ed è troppo buio per scappare.
Finché ad Anett non viene in mente un'idea geniale per salvare il suo amico
Carl dai soldati nazisti che si stanno avvicinando sempre di più. Ma per
metterla in pratica dovrà coinvolgere l'intero villaggio e soprattutto non fare
troppo rumore... Questa storia, fatta di coraggio e solidarietà, è basata su
una vicenda realmente accaduta durante la seconda guerra mondiale, un episodio
che tiene accesa fino ad oggi la luce della speranza nella bontà umana.
Come
incomincia:
“-Ci
sono dei nuovi amici in cantina, Anett- mi disse la mamma quando mi svegliai. –È
ora di portargli giù la colazione.
Mi
fermai in cima alle scale: la cantina mi faceva paura a causa del buio, ma le
voci che sussurravano mi dettero coraggio.
Arrivata
in fondo, entrai nella stanza segreta dove nascondevamo degli ebrei danesi dai
nazisti. Una donna e suo figlio sedevano sopra una branda.
-Io
sono Anett- dissi mostrando loro il cestino. –La mamma vi ha preparato la
colazione-.
-Io
sono Carl-. Il bambino prese il cestino e diede alla madre una pagnotta e un
uovo sodo.
-Vi
ringraziamo- disse lei.
ELVGRE J. – SANTOMAURO F.,
La città che sussurrò, Giuntina
Nessun commento:
Posta un commento